Io invece credo che le figure del Leonhardt siano corrette.
Questo perchè
è il traliccio che deriva dalla disposizione dell'armatura e non il contrario.
Una volta raggiunta la resistenza a trazione del cls, lo schema delle tensioni principali di trazione e compressione:
va tranquillamente a quel paese ed iniziano a formarsi dei meccanismi resistenti che dobbiamo predisporre mediante apposita armatura in modo da incanalare gli sforzi di trazione e lasciare che l'equilibrio che andrà a ricercare in modo naturale la struttura possa quindi formare i correnti compressi. Sia chiaro che non vi è alcuna certezza che questo traliccio si formerà nella realtà, perchè dopotutto
stiamo "costruendo" una soluzione equilibrata, ma non congruente, del problema, per cui potremmo creare infiniti tralicci resistenti, di cui alla fine quelli compatibili con le reali capacità deformative della struttura sono pochissimi. E' questo un motivo per cui un buon metodo per "costruire" il traliccio è tramite la tracciatura delle isostatiche elastiche, che indicano la strada che la struttura aveva già naturalmente seguito prima di fessurarsi, quindi un modo intelligente per costruire un traliccio plausibile è proprio "assecondare" questo schema.
Ecco quindi che una volta tracciata l'armatura, si è così ipotizzato il traliccio S&T: a tiranti, puntoni e nodi.
E' per questo motivo che Leonhardt, a differenza dell'Angotti, non si limita a disegnare la forma delle armature, ma da anche precise indicazioni sulle zone della sella Gerber in cui queste vanno contenute, ad esempio, con i riferimenti della figura del foglio excel:
- le armature di sospensione e pos. B entro 1/4 dell'altezza della trave
- le armature pos. A entro 1/4 dell'altezza del dente
- le armature pos. C entro uno spessore che dista dall'angolo rientrante 1/4 dell'altezza del dente da far ancorare in prossimità dello spigolo esterno superiore del dente.
Il foglio excel esegue anche un controllo sulla corretta disposizione delle armature secondo le indicazioni sopra riportate.
Veniamo all'argomento in questione, ossia le armature pos. C.
Leonhardt prevede due possibilità di realizzazione di queste armature:
1) mediante staffatura inclinata fig. b
2) mediante barre inclinate fig. c
Nel caso 1 il problema dell'ancoraggio non si pone, nel secondo invece risolve il problema mediante ancoraggio a martello con una piastra ortogonale saldata.
Questa scelta a noi può sembrare strana perchè non siamo abituati ad ancoraggi di questo tipo (infatti sull'Angotti viene riportato il classico ancoraggio per aderenza), tuttavia è una soluzione che viene ancora proposta in molti testi americani che trattano l'argomento dei nodi dei modelli S&T.
Soluzione con variante tratta da Barton, D.L., et. al. "Investigation of Strut-and-Tie Models for Dapped Beam Details":
L'argomento dell'ancoraggio dei tiranti nei nodi non è di secondaria importanza, perchè definisce la geometria del nodo in cui convergono le aste, ed è quasi sempre la resistenza dei nodi che determina la resistenza complessiva del traliccio S&T.
Tornando all'argomento in questione, l'ancoraggio proposto nella fig.c del Leonhardt determina la formazione di un nodo meno diffuso di quello proposto dall'Angotti. Questo da un lato comporta una zona di deviazione degli sforzi più compatta, dall'altro comporta una più chiara visualizzazione del nodo ed una più certa schematizzazione dello stesso. Bisogna anche considerare che la fig. c. del Leonhardt è pur sempre figlia del suo tempo, quindi quando ancora la teoria dei modelli S&T non era ancora stata ripresa sviluppata da Schlaich e Schäfer, discepoli di Leonhardt a Stoccarda, e quindi non era ancora matura come lo è adesso, con delle più chiare indicazioni circa le dimensioni da dare ai nodi nel caso in cui questi siano diffusi e non abbiano dei confini che li delimitino fisicamente, come accade ad esempio con le piastre di ancoraggio.