Salve a tutti, sono nuovo del forum, ho una domanda per il prof. Ghersi (ma anche pareri di partecipanti piu bravi ed esperti di me sono ben accetti).
Alcuni giorni fa discutevo con alcuni colleghi sulla possibilità di attribuire, ad una struttura in c.a., un fattore di struttura inferiore al massimo consentito dalla normativa NTC08. Questo è nato dal fatto che un collega, per ottenere il soddisfacimento della verifica del "theta" (formula 7.3.2) in una struttura prefabbricata a pilastri isostatici (il classico capannone), ha diminuito arbitrariamente il fattore di struttura da 2.5 (dato dalla Norma) a 1.5.
Lo stesso collega mi consigliava, per una struttura in c.a. irregolare controventata da un nucleo scala, di adottare un fattore di struttura 2.0 invece del 2.3 che avevo ricavato io, secondo i dettami di Normativa, di modo da evitare di dover considerare la forza assiale dinamica aggiuntiva del +/- 50% nelle pareti in c.a. (paragrafo 7.4.4.5.1 ultimo comma).
La mia domanda è: fermo restando il criterio generale di dover in ogni caso garantire una adeguata capacità di dissipazione in campo inelastico (par. 7.4.1), e garantendo quindi i minimi di armatura e le prescrizioni dimensionali atte ad ottenere tale comportamento, è possibile o "lecito" "adottare" valori "opportuni" del fattore di struttura per ottenere il soddisfacimento di questo o quel requisito, sempre garantendo la duttilità e consci del fatto che ad un minor fattore q corrisponde una maggiore azione sismica? Oppure la Normativa intende prescrivere il fattore q ricavato dalle tabelle come unico e inderogabile valore da adottarsi?
Ringrazio anticipatamente e mi scuso per la lungaggine.