Qui ci vuole qualcuno esperto in Codice Civile.
Da puro profano, e a botta calda, come a volte mi piace fare:
1) Sul fatto che valga il contratto, piuttosto che il minimo tariffario, penso non ci siano dubbi. E proprio sul contratto ci dovrebbero essere delle clausole per dirimere eventuali controversie. Dal Tribunale di riferimento all'arbitrato, ecc.
2) La scaletta dei pagamenti ha un senso nel momento in cui tutto fila liscio. Ma se per qualche motivo qualcosa andasse storto, come pare che sia accaduto, ciò non esime, ma sempre a mio avviso, dal riconoscimento del lavoro materialmente svolto, che dovrebbe in ogni caso essere pagato.
Ovvero se il progetto è stato consegnato (quindi il progettista ha percepito solamente il 30% dell'importo pattuito), è evidente che il lavoro del progettista è stato svolto, beh, al 90% (tolgo il 10% che possono essere: chiarimenti alla direzione di cantiere, chiarimenti in sede autorizzativa, eventuali "ritocchi" per sopravvenute esigenze, presenza in sede di collaudo, ecc.).
3) La mancata presentazione della polizza fidejussoria si configurerebbe come inadempimento dei contraenti ad una ben precisa disposizione del contratto. Tanto da poter rescindere il contratto in danno? Qui la giurisprudenza deve per forza intervenire.
Circa le manchevolezze, se esse sono state segnalate per tempo, prima cioè di dover sciogliere il contratto è un conto, possono essere messe nel calderone. Se invece si è risolto il tutto in modo amichevole (hai rimpiazzato tu il progettista), metterle in campo adesso mi pare più da ripicca che altro.