Ok, allora.
Parliamo di sottoplinti. O meglio del riempimento in magrone che consenta di eliminare il terreno scadente e di "ritornare" alla quota di progetto.
Parliamo per adesso di un semplice plinto, ma penso che i concetti possano estendersi anche a fondazioni nastriformi.
I casi sono due. O considero il sottoplinto come facente parte della mia fondazione....oppure non lo considero affatto ed è come se non ci fosse.
Se il mio sottoplinto ha più o meno la stessa dimensione del plinto, esso verrebbe sollecitato a semplice compressione e la presenza o meno di eventuali armature è ininfluente.
A livello di verifica, il considerarlo, significa poter aumentare la profondità della fondazione con una impennata verso l'alto del carico limite. Anche a livello di cedimenti, attestandosi sul terreno "buono" non posso che giovarmene.
Viceversa se non lo considerassi, potrei svolgere la verifica con i parametri geotecnici del terreno migliore (anche se su questo ho un dubbio, ma adesso non ve lo dico). Ed in ogni caso sono a favore di sicurezza perchè una porzione di terreno è cls, quindi migliore. Per i cedimenti stesse considerazioni di cui sopra.
Insomma la furbata da capomastro, io penso che possa gestirla anche un ingegnere in maniera opportuna.