Al di là delle poche casistiche esplicite riportate nelle norme, succede che alcuni, se non molti interventi, siano sospesi sull'orlo della "triade" locale, miglioramento e adeguamento.
Detto questo operando in buona fede, utilizzando la norma ed il buon senso e volendo tralasciare interpretazioni troppo cautelative ci si potrebbe trovare di fronte a chi non la pensa come te.
Poniamo il caso che un intervento dal progettista venga giudicato locale e che tale asserzione sia in qualche modo giustificata.
Il progetto viene depositato, iniziano i lavori e dopo un po' la pratica viene sorteggiata dal Genio Civile o dall'Ufficio preposto.
Veniamo al punto: il funzionario se non è d'accordo con il Progettista può contestare la validità dell'assunzione fatta nel progetto?
Tenete conto che nel modulo di presentazione della pratica alla fine della descrizione degli interventi sull'esistente viene riportato quanto segue:
"Il sottoscritto progettista delle strutture, ai fini della stesura degli elaborati progettauli, dichiara:
- di aver proceduto ai necessari sopralluoghi e controlli all’intero edificio e in quelli adiacenti;
- di aver valutato lo stato generale di conservazione e di idoneità statica delle strutture interessate dall’intervento, come anche descritto nell’allegata relazione tecnica;
- di aver individuato l’intervento sull’edificio quale:
adeguamento edificio esistente
miglioramento edificio esistente
sopraelevazione edificio esistente
Dichiara inoltre di aver proceduto alla valutazione della sicurezza e di aver verificato l’intera struttura post-intervento
(punto 8.4.1. D.M. 14.01.2008)
"
Quanto sopra non dovrebbe garantire la presa di responsabilità da parte del progettista in merito alla qualificazione dell'intervento?
Alla fine il controllo non dovrebbe essere eseguito sulla completezza del progetto rispetto alla norma piuttosto che sull'interpretazione adottata?
Saluti.
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