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riguardo a come proporre la matematica, il punto non è capirla o non capirla, il punto è capirla senza soffrire, apprenderla nel modo naturale. mi sono scordato di spiegarlo. il modo naturale del cervello umano di ricordare le cose e guardare cose concrete, che si usano e che interessano, mentre invece al liceo le si propone in maniera aberrante, volendo far imparare tutto a memoria, ovvero cercando di far entrare in testa cose astratte, senza senso, simboli e segni, come se uno fosse un computer. mentre invece bisogna partire dalle applicazioni per poi solo alla fine codificare tutto. perché certo non sono segni e simboli senza senso, ma non si può imparare e quindi usare un codice senza prima sapere a cosa corrispondano concretamente i simboli
Questo è errato.
Purtroppo per te accade ... ed è sempre accaduto che, nell'ambito dell'istruzione, nel caso in cui si affrontano problematiche applicative di un certo livello, bisogna avere... ed in tendo GIA' AVERE, gli strumenti adeguati per poterle affrontare.
Quindi è ovvio presupporre, in ambito didattico, di fornire prima gli strumenti con i quali, poi, si affronteranno tali problematiche.
Esempiuccio che si ricollega al mio precedente intervento:
Ricordo come fosse ora il programma di scienza delle costruzioni di un istituto tecnico superiore, dove a 16 anni si trattava di reazioni vincolari di strutture isostatiche.
Poco male perchè l'algebra era sufficiente.
Poi si passò ad analizzare le sollecitazioni ed anche lì, si utilizzò l'algebra (perchè un fesso di 16 anni possiede solo quella, se la possiede) ed era una fatica tremenda perchè la complessità del calcolo a mano con le equazioni di equilibrio aumentava (sempre per un fesso di 16 anni).
Se il tizio avesse posseduto la padronanza dell'analisi matematica, per lui sarebbe stato molto più semplice.
In sostanza, per comprendere un pensiero filosofico, devi avere le basi e gli strumenti, a cominciare da quelli forniti dai primi filosofi greci, per ammirare un paesaggio devi avere gli occhi, per comprendere il concetto di relatività einsteniana, non puoi non conoscere quello di relatività galileiana e, per finire, una poligonale topografica non la risolverai mai senza avere fatto la trigonometria.
Inoltre c'è da aggiungere un concetto di non scarso interesse: il principio matematico è puro, unico bellissimo. I problemi pratici che tu vorresti affrontare all'inverso sono tanti, vari, complessi. Ergo, tanti triangoli, di infinite forme, dimensioni, complessità possono essere elegantemente risolti con concetti unici, semplici, che si imparano asetticamente una volta sola e valevoli per tutte le occasioni. Il teorema di Pitagora? Il teorema dei Seni?...
Quello che intendi tu, si fa, ma solo ad altissimi livelli, in via sperimentale, per giustificare evidenze che non si riescono a razionalizzare (come la congettura di Poincarè risolta da Perelman).... MA NON AL LICEO...