in termin idi risultati globali i risultati sono uguali finchè la parete in questione rientri nei limiti dimensionali tipici degli elementi beam... ovvero non sia troppo tozza. in termini di risultati locali con una modellazione beam si perdono le informazioni delle deformazioni (e quindi delle sollecitazioni) dovute per esempio a carichi concentrati ortogonali alla parete. credo che per i casi comuni di edifici vada bene la modellazione a beam. a ripeova di ciò considera che la norma quando parla di momenti flettenti nelle pareti, comportamento e manesola etc... dà praticamente per scontato che la parete è modellata come un elemento monodimensionale.
qualche collega addirittra sostiene, ma non è in grado di dimostrarlo, che quando la norma afferma al punto 7.4.4.5.1 :
"Sollecitazioni di calcolo
In mancanza di analisi più accurate, le sollecitazioni di calcolo nelle pareti possono essere
determinate mediante la seguente procedura semplificata.
Il diagramma dei momenti flettenti lungo l’altezza della parete è ottenuto per traslazione verso l’alto
dell’inviluppo del diagramma dei momenti derivante...."
si debba intendere se calcoli le solelcitazioni con un modello semplificato, quindi modellando la parete come beam, iil diagramma del momento flettente va traslsto etc..
invece la modelalzione della parete con elementi shell è un'analisi piu' accurata e quindi basta pigliarsi le solelcitazioni derivanti dal calcolo...