Ciao,
provo a risponderti in merito al PoliTo perchè è lì che mi sono laureato sia alla triennale che alla specialistica.
Per quanto l'indirizzo più richiesto non saprei dirti: nella mia realtà lavorativa capita di non fare lavori precisamente monotematici (solo strutture, solo geotecnica, solo idraulica) quindi un'infarinatura delle tre non fa male. E magari anche di quache altra materia (io attualmente sono certificatore energetico e ho appena finito di seguire il corso ex 818 per redarre le pratiche di prevenzione incendi).
All'epoca (4 anni fa) si diceva che idraulica fosse la meno seguita dagli studenti (forse meno richiesta), poi c'era geotecnica e infine strutture. In realtà bisogna ricordare che al PoliTo ci sono quattro indirizzi (il quarto è infrastrutture).
Io scelsi strutture alla triennale e poi geotecnica alla specialistica: il cambio fu causato da due docenti i cui corsi prevedevano quasi un anno di preparazione in tutto e rischiavano di tenermi fermo troppo tempo. Così feci una sorta di miscela di corsi (compatibilmente con quanto lasciato dal carico didattico).
I professori sono molto preparati. Dal punto di vista umano ho preferito i docenti di geotecnica e idraulica perchè le loro discipline sono, sotto certi aspetti, empiriche quindi loro stessi si rendono conto che bisogna avere una certa duttilità mentale (e, talvolta, prendere le cose come vengono). I professori dei corsi di strutture li ho trovati, per la maggior parte, un po' troppo imbolsiti e legati ad un formalismo matematico che sul lavoro non mi è servito. Tante cose infatti le sto studiando per conto mio. Dei corsi di infrastrutture ricordo professori un po' alternativi.
Considera che una cosa è ciò che imparerai all'università e una cosa quella che sarà la tua esperienza lavorativa. Piccolo esempio: all'università seguii un corso dell'indirizzo di infrastrutture e mi portai a casa un bel 30. Sapevo la rava e la fava sulle deformazioni di origine termica, sull'ormaiamento e sulla fatica nelle pavimentazioni stradali: però se il docente mi avesse messo davanti una foto non sarei riuscito a distinguere l'una dall'altra. Eppure le correlazione per il calcolo, gli effetti e le teorie ci erano tutte state spiegate a dovere ed io le avevo studiate. Peccato che ci fosse una certa mancanza di approccio pratico: mi sarei accontentato anche di fare un giro con il docente davanti all'ingresso del poli, giusto per inquadrare meglio il tema... Questo però è un problema comune a quasi tutti i corsi che ho seguito. E non credo che sia un problema specifico del PoliTo (così almeno ho un'attenuante, se proprio mi devo prendere una denuncia).
Sul PoliTo devi considerare l'idea di stare a Torino o viaggiare (non hai scritto da dove provieni quindi non so dire se potresti essere uno studente giornalmente o settimanalmente pendolare). Scendendo dai monti ho avuto qualche difficoltà ad ambientarmi; Torino non è di certo una città in cui vivrei, l'ho trovata fredda e caotica. Spero però di non offendere gli eventuali torinesi in lettura. Sorry
Sulle altre università o città non so dirti nulla di più.
A questo punto penso che la cosa migliore da dirti sia solo una: hai scelto un corso di studi impegnativo (civile ambientale) quindi hai la, modesta, libertà di scegliere la materia che più ti piace. Le diverse specializzazioni hanno tutte punti a favore o a sfavore. A te che materia piace? Hai apprezzato qualche corso in particolare?
Molto dipende anche da cosa pensi di fare: libero professionista come me? lavoro in un'azienda? ente pubblico?
Se hai buoni voti o anche solo buona volontà prendi in considerazione di approfondire una lingua straniera e andare, per un po', via dall'Italia. Molti miei ex compagni di corso ora sono emigrati: c'è chi è andato in Nord Europa per specializzarsi in geotecnica, chi è andato in GB per seguire una specializzazione in idraulica, che in Germania, chi negli USA... Alcuni miei colleghi giovani professionisti tentano la strada dell'esodo.
Ecco, magari evita posti come la Nigeria dove gli ingegneri vengono rapiti...
In bocca al lupo!