Continua dal precedente
In [2] (capitolo 9, pagina 190 e seguenti) si presenta invece il caso dell’attrito per un muro di sostegno a mensola dividendo le considerazioni in funzione della lunghezza della mensola di monte (lunga o corta) e con terreno a tergo del muro inclinato di un angolo beta. Gli autori scrivono
“[…] Per muri con suola relativamente lunga una zona attiva di Rankine può svilupparsi interamente al di sopra della suola senza interferire con il paramento posteriore del muro. Sul piano verticale posteriore (a filo della mensola di monte, ndl), che viene chiamato il paramento virtuale del muro, si determinano le condizioni attive di Rankine (delta = beta), a meno che beta > fi’, in quanto ovviamente il massimo valore possibile di delta non può essere che l’angolo di attrito del terreno in termini di tensioni efficaci fi’.
Per muri con suola relativamente corta i meccanismi ed i parametri di progetto sono di determinazione più difficile. Man mano che la lunghezza della suola diminuisce, il valore di delta sul paramento virtuale passa dall’inclinazione beta della superficie del terrapieno ad un valore che dipende dalla cinematica del movimento del muro, dalle caratteristiche del terreno e dalla scabrezza del paramento del muro.
Nel progetto convenzionale si adotta delta = beta per muri con suola relativamente lunga […] Per muri con suola corta […] non è possibile determinare a rigore il valore di delta. Teng (1962) suggerisce di usare un valore compreso fra fi’/3 e 2/3 fi’ nella maggioranza dei casi, e delta = beta per i terrapieni con una superficie piana [...]”.
Gli autori continuano in altre considerazioni e mostrano diversi esempi di calcolo (oltre ad una formula per calcolare il valore di delta). Questo è un libro che mi sento di consigliare (mi è costato 36 € che corrisponde ad un prezzo ben più accessibile del Bowles, sebbene quest'ultimo sia da tenere in libreria perché manuale di riferimento).
In [3] ho trovato un riferimento al valore dell’angolo di attrito muro-terreno per le verifiche nei confronti della traslazione orizzontale (quindi fra il terreno e fondazione, non per la spinta sul paramento). Lancellotta (a pagina 371, Esercizio 8.6) fa riferimento a Terzaghi e Peck (1967) i quali indicano i seguenti valori massimi della tangente di delta, ovvero
a) Sabbie e ghiaie pulite – tg delta = 0.55
b) Sabbie e ghiaie limose – tg delta = 0.45
c) Limi – tg delta = 0.35
Sulle ragioni dei valori sopra riportati bisognerebbe fare riferimento allo studio originale (mi duole non averlo fatto).
Faccio presente che tali valori sono riferiti al metodo alle tensioni ammissibili (in base a mie deduzioni personali). In effetti su questo vorrei raccontare un piccolo aneddoto. Da quando ho iniziato a svolgere la libera professione mi è capitato piuttosto sovente di collaborare con colleghi senior per la redazione di progetti pubblici e privati. Tempo addietro ho avuto modo di dimensionare alcuni muri a gravità (pietrame e malta) con fondazione in calcestruzzo armato per un’opera pubblica. Il referente dell’ufficio tecnico della PA mi ha redarguito per il dimensionamento, a suo dire, eccessivo dell’opera. Secondo lui considerare un valore massimo della tg delta = 0.55 per le verifiche a traslazione orizzontale era troppo cautelativo (calcolando delta normalmente come 2/3 dell’angolo di attrito), tanto da avere opere sovradimensionate con l’aumento dei costi.
Per il dimensionamento delle opere uso Wallcad della Concrete. Ho sottoposto il quesito all’ottima assistenza e in effetti ho avuto conferma che per le verifiche a traslazione orizzontale è possibile considerare un valore di delta pari all’angolo di resistenza al taglio (senza la conseguente limitazione del valore massimo fissata da Terzaghi e Peck come da Lancellotta). Visto che sono peggio di San Tommaso ho deciso di fare una prova: ho dimensionato l’opera con le tensioni ammissibili assumendo un valore di delta pari a 2/3 di fi (e qualora superiore ho assunto tg delta max = 0.55) e poi ho confrontato i risultati dei calcoli fatti con gli stati limite assumendo un valore di delta pari a fi (per le verifiche a traslazione). Ebbene: il risultato non cambiava. Il motivo per cui lo scrivo è che le tensioni ammissibili hanno svolto il loro lavoro per -praticamente- un secolo senza danni degni di nota (escludendo le eccezioni tipo errori progettuali etc) quindi possono ritenersi affidabili dal punto di vista della pratica professionale. In pratica si tratta di una sorta di controllo / validazione dei risultati agli SL.
Ritengo pertanto che per le verifiche a traslazione sul piano orizzontale si possa assumere un valore di delta pari a fi’. In ogni caso consiglio di fare delle prove, visto che sto scrivendo su un forum pubblico e non so chi mi legge e che casi sta considerando (muri massivi, muri a mensola, muri trallallero-trallalà).
Se i muri dimensionati agli stati limite vengono più piccoli dei muri calcolati con le T.A. forse c’è bisogno di fare qualche riflessione. Gli SL, con tutte le nuove-e-fiammanti-combinazioni-azzecca-garbugli, risultano effettivamente più cattive delle TA. Non vedo la necessità di sperperare denaro (soprattutto pubblico) se le TA fornivano risultati corretti (questo è un flame contro il normatore, abbiate pazienza).
E' un po' come succedeva dalle mie parti (montagna) dove per il calcolo delle pressioni sul terreno con le TA era usuale limitare le tensioni massime a 2 / 2.5 kg/cm2 (valori che non sono più confrontabili con gli SL a causa dei coefficienti moltiplicativi).
Pensate che ho appena passato i 30 anni ma mi sembra di essere un vecchio ingegnere lamentoso...
Forse è colpa del mio diploma da geometra (a scuola facevamo i calcoli delle strutture e delle fondazioni alle TA).
Come al solito, queste sono tutte mie impressioni personali. Spero di non aver generato un confuso rumore di fondo…
Saluti
Bibliografia[1] Bowles, Fondazioni – progetto e analisi, McGraw-Hill, 5a ristampa, ISBN 9788838606229
[2] Clayton – Milititsky – Woods, La spinta delle terre e le opere di sostegno, ed. Hevelius, ISBN 9788886977807
[3] Lancellotta, Geotecnica, Zanichelli, 3a edizione, ISBN 9788808076533