Nel caso in specie, vista la piccolezza delle opere progetterò tutto in E tanto il bagno di sangue non accadrà.
Però questa cosa mi ha fatto leggere con più attenzione questa parte di norma, che pur tante altre volte avevo letto. Ed onestamente ci trovo qualcosa che non va.
Allora, per la norma, il "metodo principe" per classificare il terreno è la velocità equivalente Vs,30. Tale velocità non è quella di un singolo strato, lo dice la norma stessa, infatti la formula (3.2.1) dice come calcolare correttamente tale velocità equivalente nel caso di i strati del terreno. Che questi strati debbano essere "omogenei" o no la norma non dice. Pertanto potranno essere uno di roccia compatta, l'altro di torba, ecc.
Insomma la velocità equivalente si ricava da lì. E fin qui non ci piove. In funzione del valore delle onde di taglio ecco che "esce" la classificazione. Essa sarà A-B-C o D. Solamente nel caso in cui io abbia dei primi strati (max 20 m) di tipo C o D (definiti sempre in funzione di valori ben precisi della velocità) e sotto uno strato A, classificherò il terreno E.
Insomma, mi pare che io abbia raccolto in questo modo tutti terreni-mondo che posso andare a riscontrare o no?
Io dico di si, perchè con il risultato della formula (3.2.1) io posso sempre ottenere la giusta classe del terreno all'interno della tabella 3.2.II
Pare anche a voi così?
Ed allora spiegatemi perchè poi nella descrizione del terreno S2 della tabella 3.2.III (terreno S2 che secondo Michele,
non voglia, potrebbe essere addirittura il mio terreno), leggo testualmente: "Depositi di terreni suscettibili di liquefazione, di argille sensitive o di qualsiasi altra categoria di sottosuolo
non classificabile nei tipi precedenti"
MA NON ESISTONO NEI TIPI PRECEDENTI TERRENI NON CLASSIFICABILI!