Non sono d'accordo. L'unica cosa che cambia è in realtà l'uso di coefficienti parziali al posto di quello unico.
Il vero problema è la calibrazione del metodo perché i coefficienti non sono ancora molto precisi.
Scusa Legs, ma con quale parte del mio intervento non sei d'accordo?
L'uso dei coefficienti parziali non è l'unica cosa che è cambiata visto che sono spuntati 2 approcci, di cui uno con 2 combinazioni di carico, ed una sfilza di coefficienti di combinazione, sulle azioni (A), sui parametri geotecnici (M) e sulle resistenze (R).
Circa la calibrazione del metodo, ti sembra giusto abbandonare un metodo ormai consolidato negli anni passati, con il quale sono state realizzate migliaia di opere geotecniche in tutto il mondo, e del quale si è sicuri dell'affidabilità, in favore di un metodo che deve ancora calibrare i suoi coefficienti in rapporto all'intrinseca aletatorietà dei parametri geotecnici?
Non è fallimentare il metodo SL ma lo è la sua implementazione nel caso della geotecnica.
Ed è proprio per questo che il topic è stato intitolato:"Il fallimento degli Stati Limite nel calcolo geotecnico".
Non è la teoria agli Stati Limite ad essere in discussione, ma come questa è stata applicata nel calcolo geotecnico, rendendolo, come dice il prof. Gelfi,
inutilmente complicato e cervellotico.
Insomma, un marasma di combinazioni e coefficienti in una scienza così approssimata come la geotecnica, tanto valeva tenere un unico coefficiente di sicurezza globale come si è sempre fatto e si fa ancora, ad esempio negli Stati Uniti.