Nulla da obiettare su quanto detto. Essenzialmente nei terreni coesivi le verifiche vanno condotte sia in termini di tensioni totali (a breve termine), sia in termini di tensioni efficaci (lungo termine). Inizialmente infatti, il carico della sovrastruttura grava non sul terreno, bensì tale pressione viene integralmente sostenuta dalla contropressione dell'acqua. Come conseguenza di ciò, ipotizzando un grado di saturazione del terreno pari ad 1, le molecole del terreno coesivo sono legate tra loro non attraverso l'attrito, bensì attraverso deboli legami (es: forze di van der Waal), che si instaurano tra le particelle componenti il terreno stesso. A lungo termine tale legame si modifica, in quanto si passa da condizioni non drenate a condizioni drenate (l'acqua defluisce attraverso i vuoti del terreno), di conseguenza diminuisce il contributo di sostentamento delle pressioni dell'acqua, ed il carico sovrastante viene sempre più sostenuto dal terreno vero e proprio. A causa di ciò le forze resistive sono essenzialmente quelle coesive e quelle di attrito, ma ovviamente in tale condizione si assisterà ad un degradamento delle prime a vantaggio delle seconde (l'acqua sta defluendo, per cui i legami si affievoliscono) . Proprio in questa fase (lungo termine) si hanno i cedimenti (edometrici). Nel caso di sabbie invece è tutto relativamente più semplice, coincidendo le due condizioni, avremo forze di tipo attritivo ed i cedimenti saranno di natura pressochè elastica (non possedendo le sabbie un modulo edometrico). Tutto quindi sembra quadrare: allo SLU si verifica la portanza della fondazione, mentre agli SLE si verificano tensioni e deformazioni, ma si badi che non vi è un legame diretto tra gli stati limiti considerati, e le condizioni di breve e lungo termine, dipendendo i primi dal livello di sicurezza considerato, ed i secondi dalle condizioni geologiche e meccaniche dei terreni, come giustamente sottolineato anche in più punti da afazio.