Si, Matt.
Sullo stesso modello, abbiamo provato a togliere la spinta delle terre su tre lati ed a lasciarla solamente su una parete.
Anche in questo caso gli esiti non sono stati quelli sperati.
Deformazione dei nodi in sommità alle pareti 0.00000000000000000
Non buono.
Riguardo a quanto dice Ing Willy, confermo il suo discorso sugli albori dei primi codici FEM e sulla particolarità di alcuni elementi finiti a non ben digerire il vincolo Master-Slave, il Mastersap (nome evocativo proprio del problema di cui si dibatte) solamente da pochi anni ci ha liberato da questa "schiavitù".
Epperò, spezzandeo una lancia ogni tanto in suo favore, la AMV aveva predisposto delle funzioni apposite di "cucitura" che eliminavano l'inconveniente.
Una procedura ben precisa creava dei nodi 5 cm più in basso a cui "agganciava" gli elementi shell della parete inferiore al solaio da rendere rigido, e ne creava 5 cm più in alto per la parete superiore. Nei 10 cm risultanti venivano generati automaticamente dei pilastrini da 5 cm di lunghezza ciascuno, un cordolo senza massa, di altezza 5 cm e larghezza pari allo spessore della parete, disposto proprio alla quota del solaio, ed infine un sistema di diagonali (singole o doppie, a scelta dell'utente), per irrigidire il tutto.
In questo modo i nodi del solaio rigido, avevano sempre degli elementi monodimensionali agganciati ad essi.
Questo succedeva comunque fino a che il Mastersap si è appoggiato come solutore al SAP V della Berkley University. Da quando hanno creato il loro solutore "Life" questa necessità è sparita.
Rimarrebbe la necessità di introdurre un elemento fittizio denominato "cordolo" che si sovrappone agli shell della parete che di fatto è una trave di massa nulla, ed inerzia altrettanto, che però permette di sfruttare meglio le possibilità di carico offerte dalle travi, senza dover caricare direttamente gli shell.