Author Topic: COME CALCOLERA' MAI IL RAPPORTO X/D IL CDS ?  (Read 2040 times)

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COME CALCOLERA' MAI IL RAPPORTO X/D IL CDS ?
« on: 12 June , 2013, 10:42:33 AM »
Buongiorno colleghi
Ho un po di difficoltà a comprendere come il cds calcoli il rapporto X/D  " rapporto fra la posizione dell'asse neutro e l'altezza utile della sezione moltiplicato per 100" come recita il manuale dello stesso software.

Provo a spiegarmi :
Ho sempre calcolato tale rapporto con la seguente formula : x/d= ecu/(ecu+es) = 0.35/( 0.35+1)=0.259  deformazione massima dei materiali. Poichè per una corretta progettazione duttile è opportuno che la sezione stia all'interno del campo 3 (inizio snervamento ey =0.197 %  per un fyk 450C mantenendo il cls al  ecu(0.35%))  quindi si ha x/d= 0.35/0.35+0.1957=0.648, quindi tale rapporto dovrebbe essere 0.259<x/d< 0.648. Dal tabulato del cds leggo lavori di x/d  = 17  ( 17/100= 0.17 ) con ef%100=13 mentre per il cls ec%=3.. il che farebbe pensare che la sezione vada bel oltre il limite massimo dell'acciaio , nonostante non mi segnali problemi di verifica.  Come determina questi valori?  allego il tabulato del cds una migliore comprensione




Offline Legs

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Re:COME CALCOLERA' MAI IL RAPPORTO X/D IL CDS ?
« Reply #1 on: 12 June , 2013, 11:40:52 AM »
Non uso il CDS ma molto probabilmente il calcolo è effettuato senza porre alcuna limitazione all'acciaio come è giusto che sia.
Oggi si considera un comportamento duttile per una trave se x/d < 0,3 ma può anche essere più alto (dipende da vari fattori).
Di fatto si pone sempre e comunque epsilonc = 3,5/1000 e da calcolo si determina epsilons.
E' abbastanza opinione comune che per un acciaio B450C si possa accettare il valore massimo epsilons <= 0,9x75/1000=67,5/1000=6,75% anche se a rigore sarebbe valido per acciaio incrudito. Secondo normativa non c'è alcun limite se non si considera l'incrudimento.

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Re:COME CALCOLERA' MAI IL RAPPORTO X/D IL CDS ?
« Reply #2 on: 12 June , 2013, 12:51:09 PM »
Si penso faccia come dici te, ma il problema rimane cmq.
Considerare nessun limite per l'acciaio (modello b del 4.1.2.1.2.3 ntc 2008 ) vuol dire che viene meno l'ipotesi di  conservazione delle sezioni piane che è alla base della teoria tecnica  della  trave in quanto l'aderenza tra l'acciaio ed il cls diventa debole.  Il vecchio Dm 96 considerava come limite max 1% .  Quindi la "scelta" spetta al progettista ?

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Re:COME CALCOLERA' MAI IL RAPPORTO X/D IL CDS ?
« Reply #3 on: 12 June , 2013, 22:07:47 PM »
Onestamente non vedo il nesso tra la perdita dell'ipotesi di conservazione delle sezioni piane con la mancanza sul limite di deformazione dell'acciaio. L'evidenza sperimentale ci dice che fino a rottura le sezioni piane restano piane. È un dato di fatto.
Quindi l'ipotesi continua a valere e se vuoi adeguarti a questo calcolo devi accettare questo nuovo modo di vedere le cose.
Comunque secondo me nessuno vieta di usare il vecchio metodo e ti dirò di più: non c'è praticamente differenza sui valori dei momenti resistenti calcolati con i due metodi. Il vantaggio di non considerare limiti alla deformazione dell'acciaio è solo nella semplificazione dei calcoli che ne seguono.
Comunque dai un'occhiata a VCASLU di Gelfi. Il bello di questo programmino è che contiene entrambi i metodi così hai la possibilità di confrontare i risultati.
Inoltre consiglio di dare un'occhiata al libro di Cosenza/Manfredi/Pecce sulla progettazione delle opere in c.a. perché fa capire bene tutti questi discorsi. Anche il libro di Toniolo di tecnica delle costruzioni evidenzia bene come funziona l'aderenza e mostra come calcolare quanta "ciccia" serve attorno alle barre.
Il limite del 1% era puramente convenzionale e legato alla paura di eccessive fessurazioni nella vita in esercizio. Comunque se accompagni i tuoi calcoli con le verifiche di fessurazione questo problema è completamente superato.
« Last Edit: 12 June , 2013, 22:11:21 PM by Legs »

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Re:COME CALCOLERA' MAI IL RAPPORTO X/D IL CDS ?
« Reply #4 on: 13 June , 2013, 09:55:10 AM »
Riporto le verifiche fatte con il programma VCASLU del prof Gelfi per la sezione di fondazione  Verifica che ho condotto anche con il  CDS .Sinceramente i dubbi aumentano vista la  incongruenza da i valori dei due programmi. E' vero che con il Dm96 si metteva il limite dello 1% mentre con NTC nessun limite di deformazione ( diagramma b) mentre con il modello incrudente ho il valore  6,75%, ma  dalla verifica fatta con VCASLU allo SLU pur essendo verificata la sezione (il  punto sta all'interno del dominio)ho un acciaioche ha un valore di deformazione di    es=6,3 %   quindi ampie fessure ..dico bene ?  Mi chiedo la sezione è mal progettata ho la posso lasciare cosi?
Secondo il CDS è correttamente progettata secondo voi ?









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Re:COME CALCOLERA' MAI IL RAPPORTO X/D IL CDS ?
« Reply #5 on: 13 June , 2013, 15:08:15 PM »
Sia il metodo con epsilons=1% chee quello indefinito servono solo a definire un valore di frontiera ma noi non calcoliamo mai le vere deformazioni quindi non possiamo sapere se veramente avremo quelle fessurazioni.
Ma anche nel caso i valori delle deformazioni fossero effettivamente quelli dobbiamo anche ricordarci che li avremo solo nella fase di collasso dell'elemento. In esercizio è un'altra storia.
Nel tuo caso particolare facciamo finta di riportarci al valore raro dividendo per 1,4 ottenendo il momento di 110kNm.
Utilizziamo il valore w=0,3mm quale valore dell'apertura massima di calcolo (lo so che ci si dovrebbe riferire a combinazioni frequenti e quasi permanenti ma se va bene con la rara andrà bene anche con tutte le altre).
Ora permettimi di utilizzare valori più realistici per gli affondamenti della armature (direi che 5cm vanno meglio di 3cm) anche perché in questo modo posso impiegare le tabelle del metodo indiretto.
Il metodo indiretto mi dice che per tensioni inferiori a 240N/mmq posso garantire che w<0,3mm.
Nel caso in questione la sigma vale 226N/mmq e quindi la verifica è soddisfatta (ci sarebbe anche da verificare che le barre non distino più di 20cm tra di loro).
Quello che ho voluto dimostrare con questo calcolo (forse eccessivamente conservativo) è che in esercizio è possibile garantire il corretto funzionamento dell'elemento nonostante lo si sia progettato a rottura senza alcun limite sul valore della deformazione dell'acciaio. Ho poi visto che è stato rispettato anche il minimo di armatura.
Quindi la risposta alla tua domanda è che l'elemento è stato progettato correttamente.

 

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