Buonasera a tutti:
chiedo anche ai colleghi che utilizzano altri software un'opinione sull'interpretazione da dare ai seguenti punti.
L'argomento è il calcolo del coefficiente di amplificazione della formula C7.2.1.
Nota 1
Alcuni autori (si veda ad esempio E. COSENZA, G. MADDALONI, G. MAGLIULO, M. PECCE, R. RAMASCO – Progetto Antisismico di Edifici in Cemento Armato – IUSS Press Editore, Pavia 2007) danno una particolare interpretazione del punto 5.4.2.1, comma 5 dell'OPCM 3431 che qui si riporta per memoria: "Il fattore di amplificazione α deve essere calcolato per entrambi i versi dell’azione sismica, applicando il fattore di amplificazione calcolato per ciascun verso ai momenti calcolati nei pilastri con l’azione agente nella medesima direzione".
Al di là del guazzabuglio linguistico di difficile comprensione e al di là del fatto che una prescrizione simile non appare nel D.M. 14/01/08 e nella relativa circolare, l'interpretazione che ne viene data è che i coefficienti di amplificazione possano essere adottati UNO alla volta, ossia sdoppiando le verifiche (a pressoflessione deviata) in due casi in cui viene amplificato una volta My lasciando invariato Mz e viceversa.
A nostro avviso questo avrebbe un senso se gli effetti sismici fossero VERAMENTE nelle direzioni degli assi locali del pilastro. D'altra parte la normativa prevede l'indeterminazione della direzione dell'azione sismica proprio combinando le azioni in una direzione con il 30% delle azioni nell'altra, e quindi questo tipo di verifica è in fin dei conti una verifica a flessione "semi-deviata" in cui si cerca di disaccoppiare quello che la normativa prescrive di accoppiare.
La questione è comunque dubbia, ma, vista la richiesta da parte di alcuni professionisti di potere operare in tal senso, è ora possibile attivare nei criteri di progetto il parametro "Disaccoppia sovraresistenza" per adottare questa interpretazione. Il parametro per default è disattivo, si lasciano all'utente l'onere e la responsabilità di adottare tale interpretazione. Il nostro consiglio è di chiedere prima conferma al Genio Civile competente.
Nota 2
In alcune dispense che circolano in rete, in alcuni dei tanti corsi che sono stati tenuti sul D.M. 14/01/08 ed in alcuni software di calcolo strutturale compare una particolare teoria. Si sostiene che il coefficiente di amplificazione a previsto al punto C7.2.1 della Circolare del D.M. 14/01/08 non possa mai essere superiore al fattore di struttura q.
Su questa affermazione sorgono alcune importanti considerazioni:
Considerando che il fattore di struttura per edifici in c.a. generalmente oscilla fra 2 e 4, la limitazione ha spesso scarso effetto in quanto il momento di calcolo deriva anche da situazioni in cui il momento sollecitante è ottenuto con coefficienti di amplificazione 1.1-1.5 (si vedano le considerazioni sopra riportate).
Ingegneristicamente è condivisibile il fatto che i momenti agenti non potranno essere più grandi di quelli risultanti da un calcolo effettuato con q=1, e quindi tale limitazione avrebbe una sua logica. Tale assunzione va però sicuramente contro i dettami espliciti della normativa che prescrive la gerarchia delle resistenze trave-pilastro. Infatti l'armatura del pilastro risulterebbe indipendente dalle dimensioni e dall'armatura delle travi che in esso concorrono, senza garantire la gerarchia delle resistenze il cui spirito è quello di pilotare la rottura per flessione sugli elementi orizzontali, garantendo la progettazione di telai a collasso duttile.
In ogni caso è possibile operare secondo questa ipotesi, attivando nei criteri di progetto il parametro "Limita fattore di sovraresistenza al massimo valore di struttura". Nel caso di strutture con diversi coefficienti "q" nelle due direzioni del sisma, come limite viene assunto il maggiore dei due. Il parametro per default è disattivo, si lasciano all'utente l'onere e la responsabilità di adottare tale interpretazione. Il nostro consiglio è di chiedere prima conferma al Genio Civile competente. [/i]
Di fronte ad interpretazioni dubbie della norma Tecnisoft, come sempre in maniera trasparente, consente al professionista di percorrere la strada che ritiene più opportuna.
Personalmente mi trovo daccordo con le osservazioni mosse dalla software house, ma sarei ben felice di ascoltare eventuali motivazioni che asseverino la scelta opposta.
Giusto per fare una scelta a ragion veduta.
Inoltre, come sono impostati i vs. software in merito?