I primi anni del nostro operato (partiamo dal 1992) sono conservati in una 60-ina di dischetti da 3-1/4" spesso zippati (in formato .arc, che non tutti gli scompattatori ormai riconoscono, a volte nell'impossibile formato backup del dos multi volume).
Ovviamente, a parte il formato della memorizzazione, molto aleatoria è la probabilità di effettiva lettura di questi dischi.
Intorno al 1995 compravamo il lettore della Iomega che utilizzava i dischetti da 100 Mb prima e da 250 Mb successivamente (debbo dire invece questi abbastanza affidabili).
Anche di questi ne abbiamo una 60-ina. Il backup funzionava piazzando a turno il lettore su ogni computer dello studio, alla ricerca dell'ultima versione di file di disegno, relazioni, ecc. di una commessa specifica. Sempre allo stesso modo si riusciva a spostare tra i vari computer file grandicelli che non si riusciva a far stare nei dischetti da 3-1/4".
Nel 1998, costruita dal sottoscritto, con un serpentone di cavetto coassiale, realizzavamo la prima rete interna, collegando finalmente tra loro i vari computer.
Da quel momento in poi, con esiti sempre uguali, ovvero deludenti, abbiamo cercato di eleggere uno dei computer "server" di tutti gli altri.
Tentativi sempre abortiti per la lentezza delle operazioni rispetto al computer locale, e per l'eccessivo rallentamento della macchina "server" su cui lavorava il malcapitato di turno.
L'archiviazione dei dati a questo punto diventava però molto più semplice. Da una directory condivisa per ogni computer si riusciva a reperire le informazioni ed a "infornarle" nei dischi IomegaZip senza la necessità di doversi spostare da una postazione all'altra.
Sempre di quel periodo il primo abbonamento ad un gestore Internet con creazione della prima casella di posta elettronica.
Forse nel 2000 il serpentone (quanta manutenzione ogni volta che veniva quello delle pulizie!) veniva sostituito da un hub e dai cavetti ad 8 fili oggi classici (anche in questo caso ho realizzato tutto io, dal passaggio delle canaline al grimpaggio dei cavi).
Ad ogni arrivo di un computer più potente in ufficio riprovavamo sempre il discorso "server" trovandoci ogni volta scornati.
Sempre nel 2000, nel frattempo, un mio dipendente aveva la geniale idea di scaricare il contenuto di tutti i dischetti Iomega in una directory del proprio computer, condivisa anche agli altri ovviamente, facendo nascere la directory "Archivio", che divenne finalmente luogo di saccheggio, libero e comodo, di disegni simili, particolari fatti per altra commessa, relazioni in cui si era scritta una certa cosa in un erto modo, ecc.
E così siamo andati avanti negli anni, fino al 2006, quando, seguendo il suggerimento di chi ci seguiva per la parte hardware, prendevamo un vecchio computer dismesso, un Pentium III se non erro, lo "drogavamo" con un doppio disco da 80 Gb, e finalmente, installatoci su una versione di Suse Linux, ottenevamo il nostro primo server perfettamente performante e funzionante.
Una procedura interna copiava il contenuto del disco 1 sul disco 2 interno al server ogni sera, e una procedura settimanale invece backuppava tutto al disco di rete.
I dischi interni al server erano formattati in FAT in modo da essere smontati e piazzati su altri computer nel caso di guasti o manutenzione del server.
La corrente "sporca" del vecchio ufficio, nonostante una caterva di gruppetti di continuità sostituiti negli anni, ha reso quest'ultima caratteristica abbastanza preziosa.
Nel computer "server" è stata sostituita via via scheda madre, processore, disco 1 e 2 (per fortuna mai contemporaneamente bruciatisi), RAM, alimentatore, ecc.
Da pochi mesi, come dicevo prima, dopo una moria sospettissima di dischi nuovi appena installati, siamo giunti alla decisione della sostituzione e dell'acquisto di una macchina denominata, almeno dal venditore, server.