E’ quella che viene dall’architetto Fernando De Simone che propone di realizzare alcune strutture, soprattutto strategiche, sottoterra perchè risentono molto meno degli effetti dei terremoti. In effetti ciò è vero, in quanto ho visto alla televisione un servizio sul centro del CNR che c’è sul Gran Sasso e sembra che lì il sisma dell’Aquila non lo abbiano neanche avvertito! La proposta è suggestiva, però le obiezioni non mancano: prima di tutto in costruzioni di tal tipo ci potrà essere anche molta umidità (e sappiamo, ad esempio, quanto le opere d’arte dei musei ne risentano negativamente), poi la luce del sole è sempre la luce del sole perchè apporta calore ed illuminazione naturali, due elementi insostituibili! Vi riproduco l’articolo:
<<Costruire un edificio “sul” suolo, e non “nel” sottosuolo, ha gli stessi problemi. Quindi una costruzione sotterranea resiste molto meglio agli effetti distruttivi delle onde sismiche P e S ed a quelle superficiali R e L.Da questa considerazione nasce l’idea dell’
architetto Fernando De Simone, esperto di costruzioni sotterranee, di realizzare a L’Aquila e negli altri Comuni colpiti dal terremoto del 6 aprile delle abitazioni antisismiche, eco- compatibili, prefabbricate, o sotto le esistenti, con la sola zona notte sotterranea.
Negli ultimi terremoti americani e giapponesi – spiega l’architetto De Simone – sono crollati molti edifici e viadotti, costruiti secondo le norme antisismiche; le metropolitane sotterranee, invece, hanno resistito molto bene. Perchè nelle città italiane a rischio sismico non si costruiscono alcuni edifici pubblici strategici (coordinamento, protezione civile, ospedale di emergenza, scuole, palestre, piscine, auditorium, impianti di potabilizzazione, energia elettrica) nel sottosuolo? In tutto il mondo, quando si devono realizzare costruzioni in grado di offrire la massima resistenza ai sismi o ad eventuali attacchi con bombe termonucleari, le si collocano nel sottosuolo. A tutte le latitudini, da millenni, a partire dalle caverne preistoriche, sono state realizzate moltissime costruzioni sotterranee che si conservano benissimo.
De Simone rappresenta in Italia il gruppo norvegese
Norconsult, specializzato in costruzioni sotterranee, con il quale collabora da 20 anni e a Como ha co-progettato il primo impianto italiano sotterraneo di potabilizzazione. Norconsult detiene tre record mondiali di costruzioni sotterranee:
1) la caverna-palazzetto dello sport di Lillehammer, con 5400 posti a sedere, lunga 91 m, larga 61 m ed alta 25 m;
2) Hitra tunnel, il tunnel automobilistico sottomarino più profondo, 264 m sotto il Mare del Nord ed una lunghezza di circa 6 km;
3) Laerdal tunnel, il tunnel automobilistico più lungo del mondo, di lunghezza pari a 24.5 km.
A L’Aquila – afferma l’architetto De Simone – si potrebbero realizzare rapidamente anche dei complessi di abitazioni antisismiche, eco- compatibili, prefabbricate, o sotto le esistenti, con la
sola zona notte sotterranea. Quando si dorme in zona sismica, è meglio avere la finestra nella stanza da letto, o le massime garanzie sulla stabilità della casa? Per un ulteriore isolamento, è previsto anche l’utilizzo di dissipatori elettro-induttivi, per dissipare l’energia meccanica in calore, e dei dissipatori fluido-meccanici. Resisterebbero senza problemi, anche a terremoti molto forti, e non ci sarebbero rischi di incendio come per gli edifici in legno. Inoltre, grazie al volano termico del sottosuolo si risparmierebbe circa il 40% dell’energia occorrente per il riscaldamento ed il raffrescamento. I supermercati, i cinema, gli auditorium, i palacongressi, non hanno finestre. Perchè non farli nel sottosuolo? Un supermercato di medie dimensioni, oltre ad essere più protetto dalle onde sismiche, con l’energia risparmiata potrebbe riscaldare e raffrescare circa 200 appartamenti.
In Italia il rischio sismico riguarda anche il patrimonio artistico. Il 90% dei più importanti musei italiani – avverte l’architetto De Simone – è a rischio. Gli interventi per rendere antisismici manufatti che spesso hanno superato il secolo di vita sono molto costosi e riducono di poco il rischio. L’inserimento di pannelli isolanti impedisce solo parzialmente il trasferimento di energia e non è sufficiente a garantire che le scosse telluriche non producano danni.
La soluzione migliore è quella di realizzare, in ogni città che possiede dei capolavori, un nuovo museo in grado di resistere ai terremoti di intensità estrema, altrimenti si rischia di perdere un patrimonio di opere d’arte che tutto il mondo ci invidia. Il museo sotterraneo, essendo “nel” terreno e non “sul” terreno, è in grado di offrire la massima protezione, riducendo notevolmente le onde sismiche. De Simone ha progettato un museo antisismico, che è stato presentato all’Assessore alla Cultura della Regione Toscana nel 2008.
Per concludere, il fine della proposta è quello di trovare soluzioni che proteggano al massimo le persone, con il minimo possibile di sacrifici. In un territorio a rischio sismico, gli ospedali, le scuole e tutti gli edifici pubblici strategici devono avere una zona sotterranea dove potersi rifugiare e dalla quale coordinare i soccorsi. Una volta al mese devono essere fatte delle esercitazioni preventive. Negli ospedali le sale operatorie, quelle per i raggi X, quelle per le Tac e quelle per la Risonanza Magnetica non hanno finestre. Se sono collocate nel sottosuolo, restano agibili anche dopo il terremoto e contribuiscono notevolmente a salvare molte vite umane>>.
In conclusione, si tratta di una proposta interessante, certamente sfruttabile per alcuni tipi di strutture ma non per tutte le costruzioni: in fin dei conti siamo ancora esseri umani e non formiche o talpe! Comunque, mi sovvengono sia gli uomini preistorici o gli abitanti di Matera che per millenni hanno vissuto discretamente nei famosissimi Sassi, raccogliendo l’acqua piovana mediante un complicatissimo ma efficacissimo sistema di canalette che confluiva, poi, nelle cisterne e dormendo isolati termicamente sia d’estate che d’inverno: queste esperienze ci dimostrano che ciò che afferma l’architetto De Simone non è così strano.
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