Io l'intervento di ing.Edoardo non l'ho affatto capito.
Nessuno si sogna di prescindere dal capitolo 7. A maggior ragione in questo topic, in cui si parla delle famigerate formule 7.4.28, e quindi in pienissimo capitolo 7.
Ecco cosa intuisco io.
Il paragrafo 7.4.6.2.2 recita regole varie di progettazione dei pilastri, in particolare il sottoparagrafo "Armature trasversali" inizia con: "Nelle zone critiche devono essere rispettate le condizioni seguenti:......" e da lì in poi tutte le prescrizioni che ognuno di noi ha letto più e più volte.
I commenti riportati a destra delle formule 7.4.28, dicono:
1° formula, quella con 0.08: "per CD "A" al di fuori della zona critica e per CD "B"
2° formula, quella con 0.12: "per CD "A"
Io intuisco: poichè si tratta di zone critiche (prima parte del sottoparagrafo) non viene ri-specificato che le prescrizioni di cui alle formule vadano applicate alle zone critiche, perchè sarebbe una ripetizione, viceversa viene invece precisato che il quantitativo di staffe della 1° formula va applicato anche al di fuori della zona critica, se si opera in CD "A" (e questo era necessario precisarlo, visto che di zone critiche invece si parlava).
Dopo tutto ciò comunque voglio esprimere una mia buona dose di amarezza. Non si può applicare una norma con l'intuizione, o con il vocabolario alla mano, trasformandosi in fini conoscitori della grammatica e della sintassi italiana.
Il dubbio c'è, è forte, è stato evocato dappertutto ed in tutte le sedi. Che ci vuole nel marasma di circolari, controcircolari, risposte a quesiti, ecc., per il normatore, fare chiarezza sulla effettiva e certa applicazione di queste benedette formule?