Credo non esista una risposta univoca, perché ogni geometria è una storia a sé.
Distinguerei due discussioni: 1 il pilastro in falso come elemento sismo resistente o meno, 2 il pilastro in falso come opportunità statica in zona sismica
1. in linea teorica se un elemento verticale che non è direttamente collegato alla fondazione può essere considerato come elemento secondario, ma la questione va dimostrata nei numeri, ovvero confrontando gli spostamenti della struttura con il pilastro in falso incastrato ed incernierato. Infatti anche se non partecipa direttamente ad contrastare lo spostamento al piede indotto dal sisma potrebbe incidere sulla risposta della struttura, cioè in parole povere bisogna analizzare se l'incremento di rigidità che comunque introduce nel sistema sia trascurabile o meno.
2. L'opportunità invece di adottare questo schema statico in zona sismica trascende le prescrizioni puntuali della normativa, ma dovrebbe a mio parere essere comunque valutato sulla base dei principi stessi che ne stanno alla base: "semplicità" e robustezza statica, a cui le strutture devono orientarsi. Questa idea di fondo spesso si scontra con le esigenze architettoniche attuali, per le quali si tende a "smuovere" i prospetti, a "giocare" con le forme, oppure spesso, più semplicemente, perchè si cerca incastrare 10 appartamenti dove ce starebbero comodi 6...