Il normatore se ho azioni di tutti i tipi (ma non il sisma), mi dice di mettermi le mutande di latta e considerare per i pesi propri delle strutture un fattore (favorevole) pari a 0.9 piuttosto che lo 1.0 dell'analoga STR.
Nulla dice di diverso dalla formula 3.2.16 invece quando le azioni comprendono il sisma. Ma che so, su un serbatoio pensile, magari l'azione del sisma è maggiore di quella del vento. Ed allora in quel caso perchè non adoperare la combinazione EQU? E nel caso in cui la risposta sia si, con che coefficienti?
Scusami, forse mi sfugge qualcosina: lasciamo stare la mia pensilina ed immaginiamo un muro a gravità per il quale è obbligatoria la verifica di tipo EQU. Obbligatori perché il problema ribaltamento è tutt'altro che trascurabile. Coscienza del progettista, e da qui la norma prestazionale, è quella di utilizzare qualsiasi metodologia di analisi e verifica tale da rappresentare al meglio la realtà; il tutto ai fini di una maggior sicurezza strutturale.
Se quindi facessi una verifica EQU sulla mia pensilina, credo di dover utilizzare l'equazione fondamentale [2.5.1] utilizzando i coefficienti EQU, senza azione sismica pertanto. Successivamente, o antecedentemente, utilizzare la [3.2.16] secondo la sua concezione normativa, ossia con pesi strutturali e non, con coefficiente unitario, azione sismica da sito ed azioni variabili secondo quanto stabilito dalla tabella 2.5.1.
Chiaramente la verifica EQU, utilizzando giusta combinazione dei coefficienti, potremmo renderla davvero molto cautelativa in termini di sicurezza: cioè, se diminuisco i carichi permanenti (coefficiente 0,9 e 0) ed amplifico l'azione variabile, ad esempio del vento, (coefficiente 1,5), vorrei proprio vedere se i conti tornano, ed eventualmente come.
Comunque appena mi portano il 50% della mia parcella, visto che quello era solo un mero predimensionamento sul quale ci ho perso non oltre 20 minuti (grazie SismiCad), effettuerò tutte le verifiche normative. Chissà cosa verrà fuori: magari altri dubbi...