Ok.
A questo punto pongo la seguente domanda.
Ho un pilastro di bordo largo 30 cm in cui si innesta una trave alta 30 cm armata con armatura longitudinale diam. 14.
I ferri longitudinali della trave sono risvoltati nel nodo con la classica piega a 90°. Il diametro del mandrino è 70 mm (valore commerciale).
La lunghezza di ancoraggio effettiva è pari a 315 mm, contro una lb,d pari a 353 mm.
La distanza tra l'inizio della piegatura e l'inizio dell'ancoraggio, effettiva, è pari a 135 mm, contro un distanza teorica (calcolata secondo EC 2 paragr. 8.3) pari a 270 mm.
Da un punto di vista statico posso pensare di aumentare il numero dei ferri, in modo da ridurre la tensione "sigma sd" e poter rispettare i valori limite.
Da un punto di vista sismico però le cose si complicano.
Perchè si possa formare la cerniera plastica all'estremo della trave, i ferri longitudinali raggiungeranno lo snervamento.
Dato che l'EC 8 al paragr. 5.6.1 afferma che "(1)P Si applica la EN 1992-1-1:2004, sezione 8 per i dettagli costruttivi dell’armatura, con le regole aggiuntive dei seguenti sottopunti", oltre alla verifica del rapporto diam. barra longitudinale/altezza pilastro, bisonga anche verificare la lunghezza di ancoraggio e la tensione del calcestruzzo nella piega. Questi ultimi vanno calcolati assumendo "fyd" invece che "sigma yd".
Quindi il nodo sopra esposto non verrebbe comunque verificato in condizioni sismiche.
Come si può procedere.
Vediamo prima il caso non sismico, in cui l'ancoraggio parte dalla faccia del pilastro.
Innanzi tutto fissiamo i seguenti dati:
Vediamo subito che con questi dati è necessaria una lunghezza di ancoraggio con barra piegata di 46 cm.
Altra cosa che notiamo è che, per evitare la rottura del cls entro la piegatura, con una distanza tra inizio piegatura ed inizio ancoraggio di soli 186 mm servirebbe un diametro del mandrino piegatura >= 137 mm.
Ecco il particolare dell'ancoraggio:
Lo sviluppo della lunghezza di ancoraggio è quindi 186 + 121 + 153 = 460 mm.
Se invece avessimo adottato un diametro del mandrino di 70 mm, ci sarebbe voluta una distanza tra inizio piegatura ed inizio ancoraggio di ben 320 mm, che è decisamente incompatibile con le dimensioni del pilastro.
Passiamo al caso sismico.
Premetto subito, come ho avuto modo di dire in altre discussioni riguardanti l'ancoraggio "sismico", che quanto riportato in NTC'08 al § 7.4.6.2.1 è quanto di più caotico, copiaincollato, assurdamente irrealizzabile e potenzialmente pericoloso.
Ho già scritto molto in altre discussioni e non ripeterò qui le motivazioni per brevità, mi limito a dire che al riguardo io seguo le indicazioni dell'EC8 (norma di comprovata validità), il quale prevede di tener conto della penetrazione dello snervamento solo per la DCH (e solo per 5Ø), a differenza delle NTC'08 che invece prevederebbero sempre la penetrazione della snervamento (sia per CD"A" che per CD"B") e non solo, ma addirittura vorrebbero che l'ancoraggio venga calcolato su 1.25*f
yk, dimenticando bellamente che
le formule (7.4.26) altro non sono che pure verifiche di ancoraggio.
Detto questo, per il caso sismico, l'ancoraggio delle barre viene controllato direttamente in prima battuta solo ed esclusivamente con le formule (5.50) di EC8 (o le analoghe (7.4.26) di NTC'08).
Solo per i nodi esterni, e solo a seguito di un'eventuale non soddisfacimento di queste formule, si potrebbe bypassare il problema calcolando l'ancoraggio con le regole di EC2 tenendo conto della lunghezza di penetrazione dello snervamento e di tutte le altre regole aggiuntive previste per il caso sismico in § 5.6.2.2 (3) di EC8.
Nel caso in esame, applichiamo quindi la prevista formula di verifica, assumendo molto cautelativamente lo sforzo normale nullo:
d
bL/h
c = 14/300 = 0.047 <= 7.5*f
ctm/(y
Rd*f
yd) = 7.5*(1.98/0.7)/(1*391.3) = 0.054
La verifica di ancoraggio è soddisfatta.