Ringrazio g.iaria e Renato T. per le conferme sulla prima domanda.
Mi viene da pensare che se un modello 3D avesse un solo impalcato i cui theta ricadessero all'interno del range 0,2-0,3, un lancio di un'analisi statica non lineare (anche con un numero indispensabile di "Load increments"), con sola non linearità geometrica porterebbe via molto tempo per un modello 3D (modellato con elementi "Beam" e "Plate"). Se poi includessi anche la matrice di rigidezza geometrica nella soluzione i tempi, credo molto probabilmente, si potrebbero allungare ancora.
A tal proposito vi chiedo se, entro quali approssimazioni/errori, possa essere ragionevolmente accettabile l'eventuale approssimazione di eseguire questa analisi per telai piani, indipendentemente quindi da requisiti di regolarità. Chiedo questo perché mi è capitato che qualche membro della Commissione, non riuscendo mai a capire i tabulati delle continue pushover, abbia chiesto per queste analisi più complesse risultati di modelli anche piani purché ragionevolmente comprensibili e realmente discutibili nel caso ce ne fosse stata necessità.
Infine, riallacciandomi a quanto detto da Renato T. in merito ai metodi Wilson-Fardis, chiedo se è possibile utilizzarlo in qualche modo su eventuali software FEM, magari combinando linearmente due risultati di diversi solutori.
Vado ora leggermente off-topic.
Domando se qualcuno si è mai trovato ad eseguire un'analisi "snap through buckling". Qualche anno fa mi avevano chiesto di verificare all'instabilità una copertura metallica molto "tirata", costituita da travi reticolari piane (briglia superiore, inferiore , montanti e diagonali) che si intersecavano perpendicolarmente tra loro e con comportamento deformativo sotto carico analogo a quello di una piastra (tanto per intenderci). Ho lanciato un'analisi lineare di buckling per capire inizialmente l'entità del moltiplicatore critico. Successvamente, per ciascun elemento "Beam" ho definito delle curve momento-curvatura in funzione delle sollecitazioni assiali massime sulla struttura. Lanciando l'analisi statica non lineare (per geometria e materiali), con gli incrementi di carico infittiti attorno al valore critico di buckling, ho avuto il classico "scatto in avanti" con instabilità flessotorsionale di una delle travi reticolari. Il problema è che man mano che procedeva la soluzione, il software che utilizzavo non mi permetteva di aggiornare i vari diagrammi momento-curvatura in funzione della sollecitazione assiale che variava da un incremento all'altro. Sono arrivato a un punto dove la più piccola modifica dei diagrammi momento-curvatura (solo per quegli elementi metallici che svergolavano all'improvviso) mi faceva variare in maniera sensibile il risultato, lasciandomi nel dubbio di quale fosse il più probabile moltiplicatore critico:
Purtroppo, dovrò ritrovare il file su cui hi lavorato ma preferirei non indicare qui il nome del software utilizzato. Se qualcuno avesse affrontato questo tipo di problema sarei interessatissimo a ulteriori dettagli.
Grazie.
Fla-flo