Mi ero preoccupato di chiaccherare da solo come i pazzi, ma invece a quanto pare gli esami non li hai ancora fatti. Bene.
Quindi adesso si passa alle deformazioni.
I dati dell'esercizio ti dicono tutto del provino. Ad esempio il materiale: E=70000 Mpa=7.000.000 N/cm²
Avendo nella puntata precedente ricavato la larghezza del provino possiamo calcolare l'inerzia della sua sezione: J=b*h^3/12=1.5x0.2^3/12=0.001 cm4
Della macchina invece non si sa nulla.
Poco male, perchè anzi possiamo e dobbiamo sfruttare la cosa a nostro vantaggio.
Ad esempio basterebbe fare il braccio della macchina di larghezza 1.5 cm ed altezza 2 cm, in acciaio con E=21.000.000 N/cm² per avere una rigidezza 3000 volte maggiore di quella del provino, potendo battezzare come “flessionalmente infinitamente rigido” il braccio della macchina rispetto al provino.
(Ovviamente le tue considerazioni sul fatto che in corrispondenza del perno tu possa avere un indebolimento della sezione ti porteranno ad aumentare la sezione per far posto al perno, oppure ad aumentarla solamente in corrispondenza del perno, oppure....., insomma deciderai tu)
Pare cosa da poco, ma questa assunzione ci permette di concentrarci sui 15 cm del provino e basta.
In pratica la deformata del tuo sistema sarà questa:
E i bracci della macchina rimarranno rettilinei e dotati di semplice possibilità di rotazione.
Con l'equazione della linea elastica, per il nostro provino avremo:
d²w/dx²=-M/(EJ)
(E e J del provino, M costante per tutta la lunghezza del provino. Il sistema di riferimento x parte dall'estremo sinistro del provino)
Integrando una prima volta si ottengono le rotazioni:
dw/dw=alfa(x)=-M*x/(EJ)+A
Ed integrando una seconda volta, finalmente, la deformata:
w(x)=-M*x²/(2EJ)+Ax+B
Con A e B, costanti di integrazione, da ricavare da condizioni al contorno. La prima che per x=0 ==> w(0)=0, la seconda che per x=L ==> w(L)=0
(Stiamo studiando il provino in maniera isolata, trascurando tutto ciò che vi è attorno, da ciò le due condizioni).
Dalla prima condizione si vede rapidamente che B=0, dalla seconda: A=M*L/(2EJ)
Pertanto w(x)=-M*x²/(2EJ)+M*L*x/(2EJ)
alfa(x)=-M*x/(EJ)+M*L/(2EJ)
E ad x=L/2 ==> w(L/2)=-M*L²/(8EJ)+M*L²/(4EJ)=M*L²/(8EJ)
(Perchè un estensimetro in mezzo, non glielo si nega a nessuna trave)
Da cui sostituendo i vari valori si arriva a:
w_mezz=50*15^2/(8*7000000*0.001)=0.20 cm
Invece la rotazione in corrispondenza dell'estremità
alfa_0=M*L/(2EJ)=50*15/(2x7000000*0.001)=0.0536 (radianti)
La rotazione dell'estremo del provino è la stessa del braccio della macchina, perciò in effetti le due estremità, destra e sinistra dello stesso si abbasseranno di b*alfa, ed anche la deformazione in mezzeria del provino dovrà essere aumentata della stessa quantità per avere lo spostamento effettivo della mezzeria.
La decidiamo questa
b? Io propongo nuovamente 10 cm, come il valore che avevo imposto alla
a.
Quindi l'estremo del provino, su cui metterò l'estensimetro, si abbasserà di 0.0536x10=0.536 cm
Invece la mezzeria di: 0.20+0.536=0.736 cm
Io adesso mi fermo qui, non avendo nessuna competenza circa tensioni che gli estensimetri dovrebbero fornire a seguito di queste deformazioni.
Andrai avanti tu.
Unica osservazione che posso fare è che anche gli estensimetri andrebbero scelti per la loro corsa.
Ed anzi, siccome una macchina del genere mi pare utile per prove a fatica, con inversione dei momenti e dunque di verso di sollecitazione all'interno del provino, prevederei corsa degli estensimetri doppia di quella trovata, anzi sestupla, perchè non vorrai utilizzare questa macchina solamente per far lavorare a 500 daN/cm² i provini? A 1500 daN/cm² non ci dobbiamo arrivare?
Insomma, 5 cm circa di corsa.
Io invece sono arrivato a fondo corsa.