Buongiorno,
sono daccordo sul fatto che si utilizzino solitamente le direzioni x e y. Quello che penso è che variando la direzione del sisma possano in effetti esserci differenze sul calcolo.
Se pensiamo ad un pilastro quadrato incastrato alla base, alto L, con una forza orizzontale in sommità pari a H si avrà un momento flettente alla base pari a
M = H * L
Cambiando la direzione di H rispetto agli assi principali della struttura (nel caso, del pilastro) si passa da flessione retta a flessione deviata, cosa non da poco (a meno di non avere un pilastro circolare).
Se poi immaginiamo i possibili effetti torsionali su una struttura composta da più pilastri e setti le cose probabilmente cambiano ancora. Magari non di tantissimo però credo che qualche verifica potrebbe non venire soddisfatta, immaginando ad esempio il discorso sull'ellisse delle rigidezze portato dal prof. Biasioli (
http://videocorso.auto-ca.it/images/stories/docs/Ellisse%20rigidezze.pdf): in effetti cambiando la direzione del sisma cambiano le rigidezze Kx e Ky perchè cambiano gli assi (a meno di non avere un'ellisse delle rigidezze quasi circolare).
Se il link sopra non dovesse funzionare provate questo (pagina 63)
http://www.brixia-engineering.it/file/Approfondimento%20-%20strutture/Quaderno%20Tecnico%208%20Auto%20CA.pdf oppure provate a cercare quaderno tecnico 8 prof. Biasioli. Per la possibile nascita degli effetti torsionali si può guardare pagina 64 formula 5.4.
Detto questo, a meno di lavori particolari, continuerò a dirigere il sisma sempre in accordo agli assi principali della struttura. Ho provato solo una volta a fare un esperimento con sismicad su una carpenteria metallica e in effetti si può osservare qualche piccola differenza (ero fresco del corso che citavo nel mio post precedente).
Cordiali Saluti