Grazie alla preziosa informazione fornita in questo Forum da IngWilly ho acquistato e letto (solo la parte dei rinforzi sul c.a.) il ponderoso volume "I compositi nell'ingegneria strutturale" autori S. Lenci (prof.ord. Scienza d.C. Università delle Marche) e F. Clementi.
Al prof. Lenci (autore del volume) ho posto un quesito che ritengo possa interessare a qualcuno di noi del Forum.
Riporto sia il quesito che la gentile risposta del prof.
Stimato prof. ing. S. Lenci,
le scrivo per esprimerle i miei personali complimenti e ringraziamenti in riferimento alla
redazione del volume in oggetto per il grande valore professionale e didattico in esso contenuto.
Allo stesso tempo le rivolgo il seguente quesito che ritengo importante da un punto di vista operativo.
Il medesimo strato di tessuto frp, utilizzato in avvolgimento nei tronchi di estremità di un
pilastro, può essere contemporaneamente computato sia come confinamento (incremento
duttilità in curvatura) sia come rinforzo a taglio (incremento di resistenza), sia per
impedire lo svergolamento delle barre longitudinali, sia per migliorare l'efficienza delle giunzioni per sovrapposizione?
Oppure è necessario dimensionare separatamente i vari spessori di tessuto (uno spessore dedicato
al confinamento, un altro al taglio, etc.) e poi sommarli in una sorta di spessore risultante con
cui realizzare concretamente il rinforzo?
Sperando in un suo gradito chiarimento la saluto cordialmente.
Gent.mo Ing. ***,
penso che la stessa fasciatura in FRP possa essere usata sia come confinamento per aumentare la duttilita' del cls, sia per impedire lo svergolamento delle barre che per migliorare l'efficienza delle giunzioni per sovrapposizioni (anche se in quest'ultimo caso il contributo fornito dalla fasciatura ritengo sia modesto).
Tuttavia ritengo che per il taglio ci voglia un dimensionamento a parte, prendendo poi come Lei
suggerisce la somma degli spessori che vengono dai due calcoli. Questo perche' allo stato limite
ultimo (quando si forma la cerniera plastica) il calcestruzzo e' quasi sicuramente in zona
plastica - salvo diversa e apposita progettazione - e il taglio assume il suo valore ultimo (nella
nuova normativa dato proprio dalla somma dei momenti ultimi di estremita' divisa la lunghezza
del pilastro stesso), e quindi i due fenomeni (confinamento cls e resistenza a taglio) avvengono
quasi sicuramente in simultanea e quindi ciascuno richiede la sue risorse di resistenza per evitare rotture inattese.
Cordiali saluti,
Stefano Lenci
A questo punto mi viene anche un dubbio (parallelo) circa l'apporto contemporaneo delle normali staffe in acciaio al taglio ed al confinamento nelle zone critiche dei pilastri. Se ad esempio le staffe calcolate a taglio con la GdR conducono alla stessa densità di armatura a staffe della (7.4.28) NTC (quantità che assicura.... la prevista duttilità in curvatura di cui al $7.4.4) è credibile che esse staffe assolvano contemporaneamenet (con la stessa area) alle due funzioni?
?
Ciao