Salve a tutti!!!!
Sono qui a tediarvi per una questione che riguarda le ormai compiante
Tensioni Ammissibili e il vecchio DM96.
Devo progettare una scala esterna in c.a., circolare e che smonti ad un H= 6.4 mt, ed essendo la prima volta che approccio con una struttura cosiddetta "semplice" mi sono venuti alcuni dubbi circa il metodo di analisi quindi di calcolo e verifica.
Sappiamo tutti che le nuove NTC2008 prevedono una progettazione agli Stati Limite, con differenze (per i vari SLE e SLU) in base al
tipo di costruzione e alla sua
classe d'uso. Questa nuova filosofia prevede la
progettazione in duttilità ovvero di strutture capaci di dissipare enormi quantitativi energetici scaturenti dall'azione sismica, per cui si accetta che sotto l'azione di terremoti violenti (SLV) le stesse si danneggino senza provocare crolli e quindi perdita di vite umane. Questa filosofia è giustissima per strutture altamente iperstatiche costituite da telai di pilastri e travi a più campate e impalcati.
Quando però ci troviamo a dover progettare una scala, quindi una struttura semplice e tutt'altro che duttile (pensiamo al mio caso dove ho praticamente una mensola che regge tutto), ha senso parlare di progettazione in duttilità? Credo proprio di no, anzi! Essendo una scala, cioè un elemento strutturale fondamentale soprattutto durante l'azione sismica poichè è il mezzo per abbandonare l'edificio, credo che la logica più corretta sia la progettazione in
resistenza!!!
Volendo attenersi alla Norma, al § 2.7 troviamo un accenno alle vecchie T.A. concesse solo per strutture di tipo 1 e 2 e classi d'uso I e II, però
limitatamente a siti ricadenti in Zona 4 (che con la nuova zonazione per punti non so più che senso ha). Il sito dove devo realizzare la struttura credo sia in zona 3 o addirittura 2 (Chieti Scalo), quindi sono fuori dalla zona franca. Ergo: devo utilizzare una progettazione agli Stati Limite per una scala???
A questo punto, faccio un ragionamento:
la scala è un elemento strategico durante l'azione sismica poichè deve permettere l'evacuazione dell'edificio, e per fare ciò non posso accettare (come faccio per l'edificio) che si danneggi, ma devo prevedere che rimanga in piedi ed operativa, in sostanza
elastica! Per questo motivo scelgo di effettuare una progettazione in resistenza, applicando i criteri del vecchio DM96 effettuando un'analisi statica lineare (cosiddetta equivalente), con verifica alle tensioni ammissibili.
C'è un però: se è vero quello che ho scritto nel paragrafo precedente, col ragionamento appena esposto sto comunque commettendo un errore, e per avvicinarmi il più possibile alla filosofia delle NTC2008 in particolare a quella della progettazione per gli SLV quindi fare in modo da salvbaguardare le vite umane, personalmente scelgo di fare nel seguente modo:
- eseguo la vecchia analisi statica equivalente;
- qualsiasi sia il grado di sismicità del sito, prendo come riferimento l'accelerazione al suolo
ag dello spettro per lo
SLV sul sito dove sto costuendo.
Troppo contorto come ragionamento?
Voi come vi muovete quando avete a che fare con strutture semplici che tutto sono men che duttili?
Grazie a tutti!!