Author Topic: Gerarchia delle resistenze su struttura prefabbricata - Verifica base pilastri  (Read 7091 times)

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zax2010

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Il problema che vi sottopongo stasera è il seguente:

Struttura prefabbricata in c.a. “classica”, ovvero con travi incernierate alle estremità e pilastri incastrati al piede.
Struttura bipiano con primo solaio irrigidito da elementi verticali tecnologici (vani scala, montacarichi, ecc.), che non possono essere giuntati.

Alla fine ottengo un diagramma dei momenti, nel pilastro tipo, lievemente diverso del solito (normalmente simil triangolare).

Esemplifico con un esempio (z=altezza della sezione del pilastro dallo spiccato di fondazione):
z=9 m --> M=0.0
z=4 m --> M=Mmax
z=0 m --> M=-Mmax/2

Il progetto prevede la creazione dell'incastro alla base non con il classico bicchiere e getto di inghisaggio, ma con le più “moderne” scarpette tipo Peikko (o Hlafen, o similari). In definitiva una sorta di tirafondi come su una normale colonna in acciaio.

Vi risparmio il percorso normativo che è il seguente: Circolare punto C7.4.5.1 Struttura a telaio con collegamenti a cerniera. Il nodo di base va dimensionato come collegamento b) punto 7.4.5.2.1 delle NTC.

Qui cominciano i problemi interpretativi. Dal paragrafo incriminato si evince che tali collegamenti “.....devono essere dimensionati con gli stessi procedimenti descritti nel 7.4.4 per le strutture monolitiche,...”, e garantire sovraresistenza pari a 1.20 in CD 'B'

Al punto 7.4.4.2.1 (valido quindi per tute le strutture) trovo la frase: “Per la sezione di base dei pilastri del piano terreno si adotta come momento di calcolo il maggiore tra il momento risultante dall'analisi ed il momento MC,Rd della sezione di sommità del pilastro”.

Io ritengo che questa sia una prescrizione che dovrebbe evitare il cosiddetto “piano soffice”, forse.

E comunque, leggendo la norma, la sezione di base del pilastro, seppur sollecitata da Mmax/2 deve possedere lo stesso momento resistente della sezione di sommità sollecitata da Mmax (e quindi banalmente, essendo nel tratto z=0 m - z=4 m lo sforzo normale costante, dovrà avere le stesse armature). Ne deriva che il collegamento dei tirafondi in fondazione andrà verificato con un MR “figlio” di Mmax e non di Mmax/2.

In tutto ciò il collegamento in questione è però disposto in fondazione, fondazioni che potranno poi essere tranquillamente verificate, sempre rispettando la norma, con Mmax/2*1.1
Ovvero ho un pilastro in cui la sezione di base possiede un MR di molto esuberante rispetto alla sollecitazione, un sistema di tirafondi in grado di funzionare fino a MR*1.20 e poi le fondazioni da dimensionare con 0.55*Mmax?

Mi sorgono parecchi dubbi sul da farsi.

Chiamo un collega che lavora presso un prefabbricatore e gli espongo i miei dubbi. La risposta è che, secondo lui, la norma la leggo bene. C'è scritto questo.
Però il collega mi obietta: “Ma in fondo, vista la "particolare"tipologia strutturale, alla fine, che me ne importa delle varie gerarchie? Tanto l'unica cosa che tiene in piedi la struttura sono questi pilastri e nient'altro (le travi sono alle estremità cerniere perfette, non plastiche), quindi, poiché per dissipare l'energia del sisma sono proprio questi ultimi che eventualmente devono plasticizzarsi (tradendo così il principio di base della GDR, pilastro forte-trave debole), che essi lo facciano nella sezione di base, oppure in altre sezioni, che importanza ha? L'importante è che dissipino!”. Per cui, in sintesi, inutile rispettare regole normative che con la tipologia strutturale specifica non hanno rilevanza.

Detta così effettivamente la giustificazione non fa grinze (o almeno io non le vedo).
Per cui l'idea potrebbe essere quella di dimensionare le armature della sezione z=4 m per Mmax, senza doverle necessariamente far arrivare alla sezione z=0 m. Dimensionare le armature di quest'ultima sezione per Mmax/2 ed i tirafondi per Mrbase*1.20

Mettetevi nei panni di un ipotetico collaudatore – controllore della bontà del progetto. Come vi comportereste? Pretendereste il rispetto letterale della norma, oppure vi convince il ragionamento del collega?

Offline Gilean

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ragionamento del collega. se le travi sono incernierate all'estremità, l'unico meccanismo di collasso globale possibile e' la formazione di cerniere dalla base dei pilastri...ma quindi ricadi nella categoria di strutture a pilastri isostatici. Personalmente, poiche' questo tipo di collasso e' da evitare, progetterei il tutto con q=1 e senza GR, per rimanere in campo elastico ed evitare il collasso del complesso sovrastruttura-fondazione.
« Last Edit: 18 February , 2010, 22:16:02 PM by Gilean »
Il calcolo è come la pelle delle @@, lo tiri dove vuoi tu.
Esempio di programmazione a Loop:
L'enunciato che segue è falso
L'enunciato precedente è vero.

Nonostante la consapevolezza dei rischi che si corrono dopo aver visto le prestazioni da 3° dan

zax2010

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Gilean ti ringrazio per la velocità, ma la tua risposta non mi convince.
La norma prevede espressamente la tipologia di struttura a pilastri isostatici (e non è il mio caso). Non dice di evitarla, e vi assegna un fattore di struttura certamente maggiore di 1.00 (addirittura q0=2.5 in CD "B" e q0=3.5 in CD "A", per cui siamo su strutture di "rango"!).
Poveri tirafondi poi, con q=1.0 ed il dover rimanere in campo elastico....

A parte che il caso dei pilastri isostatici è pressochè una rarità se ti rendi conto di cosa sia guardando la figura della circolare che la esplicita (Fig. C7.4.3)

Offline Gilean

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sara' ma resto fermo delle mie convinzioni. le travi nelle strutture  intelaiate hanno il compito di distribuire uniformemente le  sollecitazioni secondo gerarchia strutturale, ma se queste sono incernierate, che momenti apportano ai pilastri?secondo tale dubbio, io userei q=1 e no GR (GR su che poi? su travi che già hanno una cerniera  elastica?)
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Offline ferrarialberto

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Ciao Zax
   se io fossi collaudatore la prima cosa che andrei a vedere è la distribuzione delle azioni sismiche dai corpi scala al primo impalcato: richiede sempre armature folli che non è possibile contenere nello spessore della cappa collaborante, maggiorazione del 30% a parte. Con questo schema strutturale hai anche un altro grosso problema: la fondazione dei vani scala: con eccentricità di decine di metri il più delle volte o hai pali oppure è dura con ipotesi di incastro al piede. Poi c'è un altro buon motivo per stare alla larga da questo schema strutturale: irrigidisci parecchio la struttura, abbassi il periodo e progetti con la massima ordinata dello spettro di progetto. Da ultimo vorrei spendere due parole anche sugli attacchi Halfen: occhio che le giunzioni sono vietate in zona critica, a causa del fatto che alterano la duttilità del pilastro incastrato al piede: elementi di carpenteria annegati alla base del pilastro che si sovrappongono con barre d'armatura possono dare problemi se non attentamente progettati.

Sul resto non ho molte altre osservazioni, tolto il fatto che permane la mia idea che il §7.2.5 sia errato se applicato alla lettera alle strutture prefabbricate con pilastri incastrati al piede.

Ciao.
ing. FERRARI Alberto - www.ferrarialberto.it

zax2010

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Alberto ti ringrazio della risposta.
Intanto complimenti. Con una sola freccia hai centrato tre bersagli.
Proprio il problema della verifica delle fondazioni dei vani montacarichi mi ha obbligato ad inserire altri setti irrigidenti con l'obiettivo di ridurre l'azione sismica su di essa.
Purtroppo non ho modo alcuno di intervenire sulla struttura che è quella, con tanto di impresa con gara vinta, ruspe ed operai in cantiere già pronti.
Riguardo la scelta delle "famigerate" scarpette metalliche, ho chiesto a tutti, ironai della sorte anche al progettista (architettonico), ma nessuno mi ha saputo dire chi le abbia scelte/obbligate. Il fissaggio pilastro-fondazione s'ha da fare accussì.
Parlando con Peikko mi dicevano che hanno fatto prove presso l'Eucentre di Pavia, dimostrando che con tali apparecchi la duttilità è analoga quella di una struttura monolitica, per cui lungo il fusto del pilastro (una connessione in quota per intenderci), non sono nemmeno costretti a tenere conto di coefficienti di sovraresistenza, perchè ricadrebbero nei collegamenti di tipo c.
Riguardo l'impalcato rigido, almeno lì posso contare su un getto monolitico di 10 cm di spessore, agganciato con staffe uscenti a tegoli e travi. Inoltre predisporrò le solite guaine corrugate nel fusto dei pilastri in cui inserire dei bei bacchettoni che in tale getto si annegano. Ed in corrispondenza di montacarichi ed altri oggetto "emergenti" vedremo....

Offline _automa_

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 bersagli centrati e sui quali sto penando in questi giorni... la seconda struttura fortemente deformabile torsionalmente che sto progettando da quando è entratala nuova normativa. Volevo riequilibrare le rigidezze con una bella parete sul lato corto ma non posso... devono entraer e uscire i camion! e quindi peggio per loro che faranno un vano ascensore degno delle "mie prigioni"  e per la fondazione voglio proprio vedere cosa si inventano



 

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