Più precisamente la struttura è così costituita:
Piano interrato: platea di fondazione, muri controterra perimetrali, pilastri/setti all'interno e solaio di copertura al cui estradosso vorrei impostare la quota dello "0" sismico;
Piano terra e successivi fino in copertura con regolarità in pianta ed in elevazione: pilastri perimetrali in corrispondenza dei muri controterra e setti e porzioni di pareti interne che partono dal primo solaio (sostenuti ovviamente da opportune travi).
In ogni caso per me se non c'è continuità da cielo a terra (percorso dei carichi) nelle strutture verticali (pareti e pilastri possono scaricare anche sui muri dell'interrato) per me non c'è nemmeno regolarità di progettazione, che viene sempre prima di indagare l'esistenza o meno della "regolarità" secondo NTC 2008.
Quando lessi il post di apertura mi facesti ricordare questo caso reale, che per moltissimi versi è analogo.
Anno 1996.
Struttura in sanatoria di circa 7000 mc su 5 piani. Occorreva fare il CIS (e dovevo farlo io).
Il "mio" Genio Civile per US maggiori di 450 mc chiedeva che al CIS si allegasse l'intero progetto strutturale. Per US fino a 450 mc il "mio" GC si accontentava delle sole 3-4 paginette di chiacchiere del CIS.
Siccome ogni appartamento aveva un suo volume (qualcuno anche > di 450 mc), l'arch. di turno per bypassare la situazione fece prima un frazionamento (più che altro mentale) delle unità immobiliari facendole risultare ognuna non oltre i 450 mc.
Preparò tanti CIS di 2 paginette ciascuno; tanti CIS quante erano le "sue" unità immobiliari.
Li depositò e nessuno al GC sollevò la questione della US.
Portò le copie con il timbro del deposito al Comune, il quale rilascio la concessione edilizia per ogni US.
Ahh..., avevo chiesto una certa somma e ci avevo lavorato fino alla conclusione di tutte le verifiche.
Ad uno dei proprietari parve troppo quello che chiedevo, ed ecco che per poco meno di me il problema burocratico glielo risolse con molta intelligenza l'arch.
A me rimase per ricordo tutta la pratica sviluppata (ci avevo lavorato molto per i rilievi e per l'elaborazione).
Una delle infinite esperienze fatte.