Ho approfondito la questione e sono arrivato a questa conclusione.
In base al paragrafo 8.7.3 e alla figura 8.8, la singola sovrapposizione è composta da tutte le barre che si trovano nell'intervallo -0,65*L0 / +0,65*L0, valutato "a partire dal centro della
lunghezza di sovrapposizione considerata". Questo non mi risulta troppo chiaro: ad esempio, se nella figura 8.8 la sovrapposizione considerata fosse quella delle barre E e non quella delle barre B, risulterebbe che la percentuale rho1 non è più il 50% ma il 75% perché nell'intervallo di 0,65*L0 rientra anche la sovrapposizione delle barre C. Certo, si tratta di un esempio che nella pratica professionale non si incontra mai...
Ciò premesso, la differenza tra 0,65*L0 e 0,5*L0 (metà a sx, metà a dx del centro della sovrapposizione) è 0,15, quindi due sovrapposizioni adiacenti possono essere considerate distinte tra loro solo se la loro distanza longitudinale è > 0,3*L0, pari proprio a 2*0,15. In caso contrario, si tratterebbe di un'unica sovrapposizione e di conseguenza aumenterebbe la percentuale rho1.
Con questo voglio dire che il valore minimo di 0,3*L0 del punto (3) del paragrafo 8.7.2 indica proprio il limite di separazione tra due sovrapposizioni distinte (rho1 e quindi L0 minori) e una sovrapposizione unica (rho1 e L0 maggiori).
Sembrerebbe un cane che si morde la coda perché per definire L0 bisogna prima determinare rho1, ma per definire rho1 bisogna prima determinare 0,65L0...
In ogni caso, nella pratica professionale le sovrapposizioni dei ferri dei pilastri si fanno indicativamente solo a distanza di 350 cm una dall'altra, quindi il problema non si pone.