Ha ragione ingABC quando parla di trave appoggiata, con sbalzo, senza, ecc.
Per prima cosa bisognerà individuare uno schema statico per l'oggetto desiderato.
Ad esempio se si tratta di un tubo, potrebbe essere schematizzato come una trave continua su più appoggi (i fissaggi alle strutture), con una certa massa ecc.
Per quanto riguarda una trave appoggiata-appoggiata, con carico uniformemente distribuito (ovvero massa uniforme su di essa), il primo periodo vale:
t=2/(π*radq(E*J/m*l^4))
dove m è la massa distribuita q/g e l la luce di calcolo della trave.
Tale formula è presente sul Cremonese, nella parte di "Dinamica delle strutture" e sono ricavabili anche i casi di travi singole con differenti condizioni di appoggio (mensole, incastri, ecc.).
Esiste anche qualche tabella per le travi continue ma ovviamente con luci identiche per ogni tratto.
Insomma, più o meno ci si può barcamenare.
E comunque il valore di massimo della formula 7.2.2 si ha per Ta=T1, che è anche ovvio in quanto significherebbe che la struttura secondaria entra in risonanza con la struttura principale.
Qualcuno suggerisce di massimizzare appunto la formula e via così. Ovviamente dipende: se massimizzando la formula si ottengono delle azioni tutto sommato sopportabili da qualche tassello ad espansione o dai soliti apprestamenti che si utilizzano, bene. Altrimenti si corre il rischio di sovradimensionare in maniera irrealizzabile i fissaggi senza alcun reale motivo.