avrei deciso di mettere un paio di ferri piegati che corrono in basso in campata e si spostano poi nella parte alta della trave prima degli appoggi. così non ho problemi di ancoraggio e viene un lavoro secondo me più pulito, senza spezzoni ed ancoraggi risicati. Unico problema è che il tratto inclinato mi finisce molto vicino alla zona critica. andrà bene?
Ciao Enricog, ciao a tutti.
Nelle travi continue è corretto armare un pò di più i momenti positivi di campata e rendere minima quella per momenti negativi, ad eccezione degli sbalzi, la cui armatura deve essere abbondante.
Ci sono però alcuni aspetti che non hai citato ed è bene ricordare.
Una verifica importante riguarda l'armatura minima degli appoggi che deve ameno essere in grado di resistere ad una trazione pari al taglio.
In una trave continua, gli appoggi laterali hanno momento nullo, pertanto si è indotti a pensare che è sufficiente una piccola armatura per coprire quel momento. Non è così perchè il taglio lì è massimo e un traliccio equivalente con puntoni di circa 45 gradi necessita, per l'equilibrio di una armatura inferiore orizzontale sufficiente a contrastare la forza di taglio. (se non è chiaro torneremo sull'argomento).
Poi il momento di picco sull'asse del pilastro si verifica perchè l'appoggio del pilastro si ritiene puntiforme. Se, invece si considera la larghezza del pilastro con la reazione distribuita sulla superficie, il picco di momento vine smorzato di una quantità q+b^2/8 (q è la pressione sul pilastro data da Reazione/b, B è la larghezza del pilastro).
Quindi il picco di momento, in realtà è sempre smorzato tanto di più quanto è più largo il pilastro.
La normativa italiana, consente la ridistribuzione, cioè la diminuzione del momento agli appoggi e l'incremento in campata. Questo è corretto perchè in un ipotetico collasso, i momenti maggiori (agli appoggi) plasticizzano la sezione sugli appoggi facendo aumentare il momento di campate. Per assurdo, con una armatura della trave al solo bordo inferiore, per un carico di q*l^2/8, si avrebbero delle fessure nella parte superiore della trave agli appoggi, la trave tenderebe ad uno schema di appoggio-appoggio e l'equilibrio sarebbe ancora garantito. Quindi è meglio armare un pò di più al positivo e stare un pò scarsi al negativo.
Altra cosa è l'ancoraggio, dove semplicemente viene sconsigliato di interrompre le armature nelle zone critiche. Noi eravamo abituati ad interrompere i ferri appena superato il pilastro di appoggio.
La norma dice: Attenzione quella è la zona critica (per duttilità B la zona critica va da bordo pilastro una lunghezza pari allo spessore (nel tuo caso 32 cm). la norma dice di non interrompre il ferro lì ma di superare quei 32 cm.
Quei ferri che tu hai piegato a 45° si utilizzavano molto in passato per sfruttare con la stessa barra il momento positivo di campata e il momento negativo dell'appoggio. Inoltre la barra a 45° lavorava anche a taglio. Ora i ferri piegari sono quasi scomparsi. Se ti servono per il taglio vanno bene, altrimenti è una complicazione inutile. Se vuoi differenziare la quantità di armatura al centro campata (più armata) rispetto al bordo (che deve avere armatura uguale al taglio, comunque inferiore alla campata) puoi utilizzare barre diritte, avendo l'accortezza di non ancorarti in zona critica o, semplicemente di attraversarla e andare oltre.
Ho fatto in tempo, all'inizio della mia attività, a conoscere qualche ingegnere che lavorava col regolo e che calcolava le travi con momenti di q*L^2/12 agli appoggi e q*L^2/12 in campata, senza ovviamente risolvere la trave. Ebbene, tenuto conto della ridistribuzione, quei momenti vanno vene quasi sempre nelle strutture ordinarie.
E' curioso notare che oggi, con tutta la potenza di calcolo che abbiamo, con le mesiature sofisticate, con una 50 ina di combinazioni di carico, quasi tutti i programmi fissano un momento minimo di calcolo in campata pari a q*l^2/12 o poco diverso.
Dopo tanta strada siamo arrivati al punto di partenza?. E' interessante questo fatto. Che ne dite?.
Ciao a tutti