personalmente userei una trave bifalda (quella che tu chiami "a doppia rastremazione") nel tuo splendido foglio di calcolo.
Effettivamente mi sembra una proposta ancora migliore della capriata: se non sono richieste pendenze eccessive, essendo la pendenza massima ammessa per le rastremazioni pari a 10° si potrebbe ricorrere a travi bifalda, altrimenti si potrebbero impiegare travi curve o travi centinate che consentirebbero pendenze di estradosso più elevate.
Se il tetto è quello disegnato la catena superiore non funzionerà mai a meno di dimensioni enormi.
Non capisco perchè non dovrebbe funzionare la catena. Se così fosse non dovrebbero mai funzionare tutte le capriate, palladiane e non, che sono state costruite nei secoli passati.
Nel disegno inserito sopra, non l'ho disegnato, ma ovviamente al colmo c'è un collegamento a cerniera tra le due travi di falda che realizza la classica capriata semplice.
Il tetto comunque lo di voglia intendere è spingente e senza un elemento a Sostegno in falda il sistema non funziona
Con la catena il tetto non è più spingente.
Se intendi le spinte che si mobilitano su ogni capriata prima della messa in tiro della catena in virtù della deformabilità assiale della stessa e della deformabilità dei collegamenti, quelle sono considerate come "spinte secondarie", che spariscono una volta che gli spostamenti necessari si sono mobilitati. E pertanto
la capriata, sia essa palladiana o meno, è una struttura non spingente.
Questi aspetti vengono ben chiariti nel libro che segnali qui:
http://ingegneriaforum.it/index.php?topic=1339.0Certamente la palladiana risolverebbe ogni problema questo è ovvio
La capriata disegnata si comporta come una palladiana a meno delle saette intermedie che rompitrattano i due puntoni di falda, che comuqnue non sono strettamente necessarie con le moderne travi in lamellare facilmente dimensionabili nei confronti della resistenza e della stabilità si in regime flessotorsionale (instabilità di trave) che di pressoflesssione (instabilità di colonna).