Author Topic: "adddensamento" staffe  (Read 5241 times)

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Offline BidiBLU

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"adddensamento" staffe
« on: 02 July , 2010, 17:50:52 PM »
Ciao a tutti,
mi sorge un dubbio circa il posizionamento delle staffe in una trave.

Premetto che, in base ai ragionamenti fatti circa la teoria del traliccio ad inclinazione variabile, non dovrebbe esserci un "addensamento" delle staffe (della trave) in prossimità dell'innesto nel pilastro
Tuttavia mi sorgono dei dubbi (mi è stato detto di infittire le staffe  :mmm: :confuso: ) e se non erro ciò era previsto nelle "vecchie" normative.....

Potreste illuminarmi?
Come sempre ogni commento è sempre gradito e ben accetto quindi scrivetemi ^_^


Saluti BidiBLU  :)

Offline Gilean

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Re: "adddensamento" staffe
« Reply #1 on: 02 July , 2010, 17:54:02 PM »
ragionando alla carlona, l'addensamento staffe deriva dal fatto che, dovendoci essere crisi prima nella trave che nel pilastro, la crisi in prossimita' del nodo deve essere duttile (flessione) e non fragile (taglio). proprio per questo si dimensiona la sezione con i tagli che derivano non gia' dal calcolo, quanto dall'equilibrio dei momenti resistenti.
Il calcolo è come la pelle delle @@, lo tiri dove vuoi tu.
Esempio di programmazione a Loop:
L'enunciato che segue è falso
L'enunciato precedente è vero.

Nonostante la consapevolezza dei rischi che si corrono dopo aver visto le prestazioni da 3° dan

Massimo.T

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Re: "adddensamento" staffe
« Reply #2 on: 02 July , 2010, 20:01:22 PM »
fino a prova contraria la norma andrebbe letta tutta, anche laddove dice che gli infittimenti ci sono

zax2010

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Re: "adddensamento" staffe
« Reply #3 on: 02 July , 2010, 23:56:59 PM »
Lo so che leggere "tutta" la norma potrebbe essere auspicabile. E fino a prova contraria ha ragione Massimo.T

Però a volte un TomTom normativo consentirebbe di raggiungere prima il bersaglio, e con meno dubbi.

Allora, se vuoi capire se il passo della staffatura deriva dalle azioni, oppure da prescrizioni di norma riguardanti passo massimo, minima armatura, ti consiglio di scaricare nella sezione download il mio foglio elettronico Schema-GDR.xls (lo so, mi faccio pubblicità da solo....)

Non spaventarti per la apparente complessità del foglio. In alto a sinistra trovi una parte dedicata alle caratteristiche dei materiali, un pò più a destra (e più sotto) troverai invece la possibilità di eseguire le verifiche complete su una trave (sezione di estremità sx, mezzeria, sezione di estremità dx). Oltre a calcolare i momenti resistenti delle varie sezioni, inserendo le relative armature, il foglio ti calcola il taglio GDR agente sulla trave e ti espone tutti i limiti geometrici e di armatura contenuti nella norma. I messaggi, se qualcosa non è a norma, ti dovrebbero indirizzare correttamente verso la risoluzione degli inconvenienti.

Inoltre, nelle prescrizioni su geometria e minimi di armatura sono sempre riportati i paragrafi del DM2008 oppure i numeri delle formule. Questo da solo dovrebbe consentirti di snellire, e di molto, il tempo necessario alla consultazione della norma, visto che ti consente di andare a "colpo sicuro" nella parte giusta della norma senza doverla scorrere tutta.

Offline BidiBLU

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Re: "adddensamento" staffe
« Reply #4 on: 03 July , 2010, 09:43:22 AM »
Innanzitutto vi ringrazio per i consigli e anche per le "sgridate" (mi riferisco a te Massimo.T ;)  ) e chiedo venia per aver chiesto info qua nel forum prima di aver "studiato"


OFF TOPIC
Tengo a specificare che, nonostante qualche rarissimo contributo - spero utile per tutti - , sono ancora uno studente universitario (con la maturità tecnica di geometra) e mi trovo impelagato nell'esercitazione progettuale relativa all'esame di Tecnica delle costruzioni e che nozioni relative a ingegneria sismica o dinamica delle strutture sono pressocchè estranee per me
E, ciliegina sulla torta (è un "eufemismo"  :-\ ), la normativa che sto seguendo (non criticatemi perchè è stata purtroppo una scelta mia :( ) è quella del 2005 :(


Saluti a tutti e perdonatemi se vi ho "parlato" un pò di me


Ciao  :ciau:

Offline Betoniera

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Re: "adddensamento" staffe
« Reply #5 on: 04 July , 2010, 11:54:04 AM »
Ciao a tutti,
mi sorge un dubbio circa il posizionamento delle staffe in una trave.
Premetto che, in base ai ragionamenti fatti circa la teoria del traliccio ad inclinazione variabile, non dovrebbe esserci un "addensamento" delle staffe (della trave) in prossimità dell'innesto nel pilastro
Tuttavia mi sorgono dei dubbi (mi è stato detto di infittire le staffe  :mmm: :confuso: ) e se non erro ciò era previsto nelle "vecchie" normative.....
Potreste illuminarmi?
Come sempre ogni commento è sempre gradito e ben accetto quindi scrivetemi ^_^
Saluti BidiBLU  :)

Ciao BidiBLU, ciao a tutti.

Ad uno studente è concesso fare qualsiasi domanda, anche la più banale (questa non lo è).
D'altro canto non sempre le risposte di un forum posso essere gradevoli: bisogna accettare anche questo.

Veniamo alla questione tecnica: perchè si infittiscono le staffe in corrispondenza dei pilastri?.

Giustamente Bidiblu ha pensato ad un problema di taglio (traliccio equivalente). Ma, ltrettanto giustamente, ha escluso questa causa perchè in qul punto non c'è nessun picco di taglio e variazione del diagramma che giustifica la necessità di infittire così tanto le staffe.
Zac2010 tira in ballo la gerarchia delle resistenze.
Ok va bene. Ma allora bisogna spiegare perchè una trave lunga magari 5 m aumenta notevolmente la resistenza di taglio solo per il fatto di avere messo 4 staffette in più sulle testate.
Poi siccome le zone critiche sono molto corte (dell'ordine dello spessore della trave), la trave non si potrebbe rompere subito dopo?.
In ogni modo, a mio parere, la Gerarchia delle Resistenze riguarda di più il pilastro e non la trave.
Anzi, per quanto ne sò più la trave è robusta e più si deve irrobustire il pilastro perchè quasto non è calcolato sulla base degli sforzi effettivi ma sulla base delle resistenze delle travi. Qunidi più è resistente la trave (anche a taglio) e più si deve riforzare il pilastro.

Allora perchè la norma dice di riforzare le zone critiche delle travi?.
Io fornisco questa personale spiegazione (è un parere).

Il sisma se ne frega dei nonstri calcoli, e rompe gli elementi più deboli.
Coi calcoli che abbiamo fatto fino ad ieri c'era, probabilmente, qualcosa che sfuggiva o che non avevamo considerato con la dovuta attenzione.
Si nota che le travi e i pilastri si rompono sempre in corrispondenza dei nodi e non delle campate.
Non sarebbero certo state quelle 4 staffette ad aumentare la resistenza in modo tale da resistere al sisma.
L'aspetto che è stato sempre trascurato, a mio parere, è il brusco cambio di sezione.
Lo si vede anche nei pezzi meccanici, il brusco cambio di sezione provoca concentrazione di sforzo e le eventuali rotture fragili per fatica in caso di sforzo ciclico. Perchè per il cemento armato non dovrebbe essere la stessa cosa?.
Già De Saint Venent, ci aveva avvisato: attenzione: la mia teoria vale per sezioni costanti di materiale omogeneo.
Noi quelle prescrizioni di base le abbiamo dimenticate e non ci siamo chiesti: ma se in quelle zone (guarda caso sono proprio le zone critiche) la teoria di De Saint Venant non vale più, non è che per caso gli sforzi che ho calcolato lì possono essere sbagliati?.
Giustamente ora la normativa ha posto il problema della duttilità che, attenzione, non è un problema di resistenza, ma di capacita di deformazione senza arrivare alla rottura.
La prescrizione quindi di mettere quelle staffette in più riguarda proprio questo aspetto, cioè l'aumento della duttilità.
Non a caso in Classe di duttilità A le zone critiche raddoppiano.
Penso che, ad approfondirli, i problemi di Ingegneria, vadano ben al di là della semplice interpretazione della normativa.

Ciao, alla prossima

« Last Edit: 04 July , 2010, 12:01:31 PM by Betoniera »

Offline melo

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Re: "adddensamento" staffe
« Reply #6 on: 05 July , 2010, 23:48:59 PM »
In caso di sisma, si vengono a creare delle sollecitazioni che fanno aumentare le sollecitazioni sia nelle travi, sia nei pilastri.

Facendo una trave molto resistente e dei pilastri poco resistenti, si assisterebbe alla formazione di cerniere plastiche sulla testa e sulla base dei pilastri con il conseguente innesco di un meccanismo cinematico (struttura labile).

Con la nuova norma si è cercato, invece di far creare le cerniere plastiche nelle travi , cosicchè se tutte le travi di un telaio avessero le estremità plasticizzate la struttura risulterebbe ancora iperstatica.

Prova ad immaginare un telaio a più piani, metti delle cerniere sulla testa e sui piedi dei pilastri e ti renderai conto che la struttura diventa come un castello di carte appoggiato su tanti pendoli, se invece provi a mettere le cerniere solo sulle travi vedrai che la struttura è ancora iperstatica.

Per ottenere questo i pilastri si devono rompere dopo le travi, e per questo debbono essere più resistenti delle travi, quindi i pilastri vanno progettati con i momenti/tagli resistenti delle travi che vi confluiscono.

Tornando al discordo di prma: se le cerniere si devono formare nelle travi, è ovvio che le caratteristiche di duttilità delle travi devono essere tali da farl ruotare senza che si rompano (sennò che cerniere sono), questa duttilità è data dal giusto posizionamento dell'armatura longitudinale e soprattutto dalle staffe.

In utlimo, la formazione di un meccanismo di collasso che preveda la plasticizzazione prima delle travi e poi dei pilastri, implica la necessità di un'energia maggiore rispetto al caso opposto, di conseguenza una struttura ben progettata potrà dissipare più sisma di una struttura  mal progettata, prima di crollare.

E' ovvio che la formazione di una cerniera plastica nella realtà provoca dei danni seri sulla struttura, ma questi danni sono necessari ad impedire alla stessa di crollare, è un pò come le automobili moderne che si distruggono al minimo urto per salvare la vita del conducente.
« Last Edit: 05 July , 2010, 23:52:52 PM by melo »
"Non prendere la vita troppo sul serio, tanto non ne uscirai vivo!" 

 

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