a Ragusa sono di calcare, l'attività di estrazione e taglio di pietra calcarea nelle mie zone è fortemente radicata, poi quando la pietra calcarea per farne mattoni è andata in disuso le segherie hanno trasformato l'attività in taglio e lavorazione di marmi che provengono principalmente dal trapanese e dalla toscana, attività che ha prodotto un distretto industriale specializzato che fino alla metà degli anni anni 90' è stato molto attivo, poi non è stato piu conveniente proseguire per via del costo dei trasporti e ad oggi la maggior parte delle aziende è in crisi, mlte sono già chiuse. A fianco dell'estrazione della pietra calcarea poi' ci fu l'estrazione della cosiddetta pietra pece, pietra imbevuta di bitume, che port' dritti dritti all'industria per gli asfalti e all'estrazione del petrolio, ma questa è tutta un'altra storia.
per chi ha voglia di cuiriosità: http://www.comune.ragusa.gov.it/notizie/archivi/rgsottosopra.html?i=3186&docs=12&y=2005
Dalle mie parti da una ventina di anni si è diffusa parecchio, per motivi ornamentali, non per ragioni portanti, la pietra di Ragusa, di Modica e di Noto.
Trattasi di materiale molto tenace, molto forte.
Sperando di non sbagliare termine, io l'ho sempre chiamata "pietra calcarea", mentre con tufo calcarenitico intendo il materiale molto più tenero, ma robusto se le dimensioni dei blocchi sono adeguate, per formare buone murature portanti, come d'altronde si è fatto in tutta la Sicilia, la Calabria, la Campania e altre regioni del mondo.
Abituato a vedere blocchi di tufo calcarenitico delle dimensioni 23x45x16, ci rimasi un po' male nel vedere alcune case vicino Roma (di un affine e di altri) in cui i blocchetti di tufo avevano dimensioni prossime ad un mattone "pressato".
Ci rimasi male perché secondo me il tufo è molto più debole di un mattone "pressato" e deve avere dimensioni minime ben più elevate di un mattone "pressato", anche se le tensioni teoriche rimangono base.
Con certe dimensioni si finisce peggio dell'Architettura bizantina, che strutturalmente era pessima.
In ogni caso sia che si tratti di pietra di Ragusa molto forte, sia che si tratti di tufo calcarenitico, ben meno forte della precedente, la variabile principale, cioè il problema dell'instabilità eureliana non cambia.