Author Topic: Progettare in CDA?  (Read 12669 times)

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ingwilly

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Progettare in CDA?
« on: 05 April , 2012, 20:34:36 PM »
Ho fatto e continuo a fare prove di progetto in CDA di edifici intelaiati standard, con o senza pareti di taglio.
Alla fine, fatte le debite valutazioni (anche economiche), conviene progettare in CDB.

Forse sbaglio l'impostazione progettuale, ma a me sembra che la CDA sia solo un esercizio teorico con apllicabilità reale tendente allo zero.
Cosa ne pensate?

Willy


Renato

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Re: Progettare in CDA?
« Reply #1 on: 05 April , 2012, 21:13:00 PM »
Concordo pienamente con IngWilly.
Gli autori dell'EC8 dicono a tale riguardo (Guida all'EC8 - EPC libri):

"La classe CDM (sarebbe la CDB nelle NTC) è leggermente più facile da progetare e può essere più facilmente raggiunta in cantiere, può fornire un comportamento migliore nel caso di terremoti moderati. Si ritiene poi che la classe CDA fornisca un margine di sicurezza maggiore nei confronti del collasso locale o globale nel caso di sisma molto più violento rispetto all'azione sismica di progetto".

Cioè un edificio in CDM è più resistente ma meno duttile di uno in CDA.
La scelta, aggiungono, gli autori tra CDM e CDA è indipendente dall'importanza dell'opera e potrebbe essere lasciata al progettista o agli stati membri del CEN (differenziandola per differenti parti del territorio)


Offline Cris

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Re: Progettare in CDA?
« Reply #2 on: 05 April , 2012, 21:14:06 PM »
Ho fatto e continuo a fare prove di progetto in CDA di edifici intelaiati standard, con o senza pareti di taglio.
Alla fine, fatte le debite valutazioni (anche economiche), conviene progettare in CDB.

Forse sbaglio l'impostazione progettuale, ma a me sembra che la CDA sia solo un esercizio teorico con apllicabilità reale tendente allo zero.
Cosa ne pensate?

Willy

Sono d'accordo con te.

Usare la cda per edifici "normali" significa più staffature e maggiore "attenzione" ai particolari costruttivi che si tramutano in maggiori accortezze da "controllare" e anche (come dici tu) maggiori costi.

Questo accade perchè non è quasi mai possibile incontrare strutture tali, ai fini della loro semplicità e regolarità, che la loro progettazione in cda porti ad un risparmio di costi esecutivi.

E questo accade perchè oltre a noi, lavorano anche gli architetti che ragionano molto di più sulla gestione degli spazi che su quella delle classi di duttilità.

Secondo me...  :)
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zax2010

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Re: Progettare in CDA?
« Reply #3 on: 05 April , 2012, 23:32:49 PM »
Le regole 'standard' sui minimi di armatura, le lunghezza maggiori delle zone critiche in CDA e relativa staffatura in queste zone, non potranno mai portare ai risparmi contrabbandati dai relatori 'parolai' di conferenze varie.

E' vero potrò utilizzare dei fattori di struttura più elevati. Dunque delle sollecitazioni sismiche nelle travi minori. E dunque sembrerebbe che a catena tutto debba essere minore (una cosa conseguenza dell'altra: minori ferri londitudinali nelle travi, minori diametri delle staffature nelle zone critiche delle travi, migliore rispetto della GDR travi-pilastri, minore taglio di verifica nei pilastri ecc.).
Tutte cose vere sulla carta, ma che si scontrano con i minimi che però la norma poi pretende. E che di fatto fanno sfumare tutti gli ipotetici risparmi.

Offline Salvatore Bennardo

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Re: Progettare in CDA?
« Reply #4 on: 06 April , 2012, 07:31:54 AM »
Per quel poco che ho fatto e pensato da quando viaggio con NTC, l'ho sempre pensato che "ci sia poca o nulla differenza" tra CD A e CD B se si ha a che fare con edifici non molto impegnativi in altezza.
Con la CD A ti ritrovi impegnato molto in fase di DL a fare rispettare dettagli più impegnativi.

Insomma, per edifici fino a 5-6 impalcati a solo sentimento (esperienza) avevo dedotto che non conviene la CD A. Alla fine quel po' di denaro che si risparmia per le sezioni minori (minore cls e minore legname) lo paghi il doppio in armature e maggiori complicazioni.

Al contrario, per edifici alti conviene la CD A, perché alleggerendo un po' per ogni piano, nel totale avrai alleggerito molto, e la riduzione delle masse se è sostanziosa non è cosa da poco per il risultato globale.
Per dirne solo una, nel questo caso di edifici alti progettati in CD A le fondazioni ti verranno un bel po' inferiori.
massima mai scaduta: la tua sinistra non sappia mai del bene che fa la tua destra (sempre che sia vero che lo faccia)
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Mitico Crozza! Commento di Bossi dopo le disastrose elezioni amministrative: "Poteva andare peggio. Potevo avere più figli..." (per come replicato in un post da ing.Max)

zax2010

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Re: Progettare in CDA?
« Reply #5 on: 06 April , 2012, 08:42:09 AM »
A me la storia del maggior impegno per i dettagli costruttivi sembra un pò come quella dei propagandisti dell'acciaio B450A: "Egregio Direttori dei Lavori avrai maggiore rispondenza del realizzato a quanto progettato!".

Qui la storia è diversa: "Attento DL che in CD'A'.......". Insomma una frasettina detta da qualcuno (perchè no, anche autorevoli commentatori degli EC) e poi ripetuta a pappagallo da qualche d'unaltro senza il minimo spirito critico. Ed a mio avviso senza il minimo fondamento.

Vorrei capire, da parte di chi ha letto la norma meglio di me, dove starebbe questa maggiore complessità realizzativa dei nodi o delle armature delle strutture in CD 'A' che invece non ci sia di già in CD 'B'.
D'accordo, in CD'A', mi pare, ogni nodo deve avere le sue brave staffettine nel pilastro, cosa non sempre necessaria in CD 'B', ma a parte questo, non mi pare ci siano differenze di sorta (e non mi riferisco a quantitativi di armatura, ovviamente).

Offline Salvatore Bennardo

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Re: Progettare in CDA?
« Reply #6 on: 06 April , 2012, 14:40:34 PM »
zax, non so se le tue giustificatissime esternazioni scaturiscono dal mio post, ma non credo.

Quoto al 101/100 le tue benedette esternazioni. Ci volevano per sgomberare il campo da false fisse.

Preciso solo che sono sicuro che CD A conviene solo per edifici alti e va da se che in CD A anche se leggero, un po' di impegno in più ci vuole.
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zax2010

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Re: Progettare in CDA?
« Reply #7 on: 06 April , 2012, 15:05:33 PM »
zax, non so se le tue giustificatissime esternazioni scaturiscono dal mio post, ma non credo.

Quoto al 101/100 le tue benedette esternazioni. Ci volevano per sgomberare il campo da false fisse.

Preciso solo che sono sicuro che CD A conviene solo per edifici alti e va da se che in CD A anche se leggero, un po' di impegno in più ci vuole.

Salvatore, in effetti forse la stura alla mia esternazione è dovuta al tuo post. Perchè nel tuo post ripeti il discorso dei "dettagli più impegnativi".
Ma questa storia in effetti io la sento da un bel pò. Tu non c'entri 'quasi' per nulla.

Forse nella testa di qualcuno c'è il presente discorso (per me falsissimo):
"Poichè ho preteso, da calcolo, una forte duttilità in tutte le membrature della mia struttura, devo essere arcisicuro che poi le mie 'maledette' maestranze, mettano in opera tutte le staffe, tutti i raffittimenti, ecc. perchè altrimenti questa duttilità nella realtà io non riuscirò ad averla".
"Invece progetto in CD'B', in cantiere non ci vado mai, e che facciano quello che vogliono, perchè tanto non ha importanza se non hanno raffittito al nodo, o se non hanno messo l'armatura minima."

Il mio pensiero a tal proposito in sintesi è: se una cosa si deve fare, si deve fare.

Vorrei anche il conforto dei colleghi.
Io non riesco a vedere maggiori difficoltà 'oggettive' nel porre in opera raffittimenti di staffe per 75 cm (CD'A') piuttosto che per 50 cm solamente (CD'B'). Che cambia? Quali sono le maggiori difficoltà operative?

Offline Salvatore Bennardo

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Re: Progettare in CDA?
« Reply #8 on: 06 April , 2012, 16:20:56 PM »
zax, ok, continuo a quotarti.

Partendo dal principio che quando cosa se si ha da fare, la si deve fare bene e stop.
Ovviamente se ci riferiamo a strutture non tanto alte è quasi sempre "indifferente" se si sceglie CD A o CB B.

Cercavo di dire un'altra cosa.
Se la struttura è rilevante in altezza, non dico da quanti piani in poi, conviene CD A.
Per quel discorso che facevo sopra, alleggerimento di un poco per piano, che mi apre sia legato all'uso di un q maggiore per CD A.
Vedo queste due cose se si va in CD A,
1) q maggiore rispetto a CD B, quindi a parità di periodi, spettro più verso il basso;
2) spettro minore, quindi meno forze sismiche, quindi struttura più leggerina, quindi più flessibile, quindi periodi un po' più lunghetti, quindi ancora più spostata verso destra nel diagramma dello spettro, che se si trova nel ramo ascendente vuol dire ancora meno input sismico...

Per piccoli edifici tante volte non ci si accorge delle differenze e una volta fatta la scelta, quello che si deve fare si fa e non cambia tanto.

E' anche vero che mi capitò che un pilastro in cui era connessa la trave di interpiano della scala suddiviso da questa trave di interpiano in "due mezzi pilastri" non ne voleva sentire di verificare.
Bastava abbassare di un niente il q e verificava.
Si trattava di un edificio modesto.
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Offline Cris

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Re: Progettare in CDA?
« Reply #9 on: 07 April , 2012, 00:18:55 AM »
Dunque... ricapitolando...

DM2008+CIRC2009
PARTICOLARI COSTRUTTIVI IN CONDIZIONI SISMICHE (cap. 7)

Pilastri

Limitazioni geometriche §7.4.6.1.2
nulla da segnalare..

Limitazioni di armatura §7.4.6.2.2

Armature longitudinali
nulla da segnalare

Armature trasversali
Nelle zone critiche:
· barre non fissate a meno di 15cm CDA e 20cm CDB da barre fissate;
· pstaffe minore di 1/3 CDA e 1/2 CDB lato minore;
· pstaffe minore di 125mm CDA e 175mm CDB;
· pstaffe minore di 6flong CDA e 8flong CDB;
· Ast/s >= 0.08fcdbst/fyd per CDB e fuori dalle zone critiche in CDA;
· Ast/s >= 0.12fcdbst/fyd per CDA nelle zone critiche (forse);

· §7.4.4.2.2.1
la sollecitazione di compressione non deve eccedere il 55% CDA e il 65% CDB della resistenza massima a compressione del solo cls.

Travi

Limitazioni geometriche §7.4.6.1.1

· lunghezza zone critiche 1 (CD ”B”) e 1.5 (CD “A”) volte l’altezza della sezione della trave misurata a partire dalla faccia del nodo trave-pilastro;

Limitazioni di armatura §7.4.6.2.1

Armature longitudinali
nulla da segnalare

Armature trasversali
· pstaffe >= min{1/4 d; 175 mm (CD “A”) o 225 mm (CD ”B”); 6flong,min (CD “A”) o 8flong,min (CD ”B”); 24fstaffe};


Sicuramente ho dimenticato qualcosa...

Che voglio dire?
Che in fondo la ragione che diamo a zax... (non c'è nulla che si debba controllare in più in CDA che non si debba fare in CDB) si scontrerà sempre con le seguenti considerazioni per la progettazione in CDA:

-maggiore dettaglio progettuale (in sostanza io lavoro di più e te la faccio "pagare");
-maggiori difficoltà realizzative (intese come "da far digerire" ai carpentieri che NOTORIAMENTE hanno procedure di lavoro "standardizzate" che vanno variate);
-figura del Direttore Dei Lavori che si trasforma in "The Sentinel" e deve portarsi la canadese in cantiere.

P.S. Individuate in tutto ciò anche maggiori costi?

P.P.S. "E' sempre la mia misera personale opinione"....  :)
 
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Offline Alex_Drake

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Re: Progettare in CDA?
« Reply #10 on: 07 April , 2012, 10:09:05 AM »
Io la penso come Zax.

Più interessante è valutare se esista un limite per cui possa convenire la CDA (semplificando, per cercare di sfruttare una maggiore leggerezza strutturale secondo i ragionamenti fatti da Salvatore). Qualche giorno fa ho fatto una serie di prove su un edificio al passaggio da CD"B" a CD"A": avevo seri  problemi nei nodi a causa della combinazione di (7.4.8) e 7.4.4.2.2.1:  la (7.4.8) per avere senso deve risultare ni<=eta (che abbassa anche di parecchio il 55% del 7.4.4.2.2.1...quindi serviva allargare i pilastri, vanificando il vantaggio della minor sollecitazione sismica.

Alessandro
ing. Alessandro Dragone

Offline Salvatore Bennardo

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Re: Progettare in CDA?
« Reply #11 on: 07 April , 2012, 11:36:52 AM »
Credo che questo 3D sia concluso bene.
Le variabili in gioco sono molte, per cui credo non ci sarà mai a priori una risposta certa se convenga CD A o CD B, tranne il caso banale di piccoli edifici.

Una delle variabili che rompe le balle più delle altre sono la maggior parte delle ditte, le quali soggezionano anche la progettazione, anziché sottomettersi agli esecutivi che trovano.

Una risposta classica da manuale che dò è questa:
Quando hai fatto il preventivo lo hai fatto su questa struttura, come anche gli altri che hanno fatto il preventivo, per cui è così che si deve fare e stop.

Se in cantiere risulta qualche sconto e se ne discute e lo sconto passa, al successivo impalcato si sentiranno psicologicamente autorizzati a rifarsi lo sconto di prima e una latro sconto, e si arriva all'ultimo impalcato con soli 4 fi 8 per pilastro.

Se c'è qualche piccola manchevolezza o non la si discute e non devono capire che l'ho vista, altrimenti si aggiusta senza discussioni e stop.

Se capiscono che l'ho vista e non dico niente si sentiranno autorizzati a fare anche altro.

Non so se ho reso l'idea.
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ingwilly

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Re: Progettare in CDA?
« Reply #12 on: 07 April , 2012, 12:03:39 PM »
Mi riallaccio a quanto scritto da Alex.
Il problema reale per la CDA è quello di ottenere un comportamento consono dei nodi.

Innanzitutto non dimentichiamo che il sistema di adozione delle regole di duttilità per le NTC nasce dalla premessa che di fatto, adottandole, bypassiamo la verifica del:
7.3.6.2  Verifiche  degli  elementi  strutturali  in  termini  di  duttilità  e  capacità  di  deformazione
Non credo che qualcuno di noi abbia fatto delle prove sistematiche su quanto incida questa verifica di duttilità nel passaggio da CDA a CDB. Tra l'altro, contrariamente a quanto indica EC8, non ci sono "sconti" relativi al calcestruzzo confinato per le NTC.
Qualcuno si è cimentato tempo fa, ma è venuto fuori che se non si sfrutta la maggiore duttilità del calcestruzzo dovuta al confinamento è di fatto impossibile verificare la struttura.

Adottando i dettagli strutturali, invece, io ho notato, come Alex, che per verificare la 7.4.4.3.1 in CDA ce ne vuole. La rottura lato calcestruzzo del nodo è sempre in agguato e a questo si può ovviare solo con calcestruzzo di classe elevata o maggiori sezioni per cui, nel caso di edifici standard di 5-6 piani e ag fino a 0.2 (casi che ho testato), secondo, me non conviene avventurarsi nel calcolo in CDA.

Infine: è vero come dice Zax che sostanzialmente la tipologia di lavoro da fare in cantiere è la stessa, ma provate ad infilare delle armature in un nodo staffato con passo ancor più stretto di quello già arduo della CDB e poi fatemi sapere.

Willy
« Last Edit: 07 April , 2012, 12:06:48 PM by ingwilly »

zax2010

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Re: Progettare in CDA?
« Reply #13 on: 07 April , 2012, 19:30:49 PM »
Infine: è vero come dice Zax che sostanzialmente la tipologia di lavoro da fare in cantiere è la stessa, ma provate ad infilare delle armature in un nodo staffato con passo ancor più stretto di quello già arduo della CDB e poi fatemi sapere.

Willy

Le staffe, a giudicare dalle varie formule infilate nella normativa, godono della proprietà della 'incomprimibilità' e in effetti si comportano come i gas perfetti:

PxV=cost.

Ovvero le varie formule possono essere tranquillamente verificate o agendo sul passo delle staffe, oppure sul loro diametro.
Modificando un parametro oppure l'altro, il quantitativo di staffe da impiegare, misurato stavolta in chilogrammi di acciaio, è di fatto identico.

Io non ho ancora capito questo incaponimento da parte dei progettisti a voler utilizzare per forza e ad ogni costo staffe fi8, anche quando è palese che il passo a cui disporle è del tutto irragionevole.

Ha ragione Willy quando dice (ma perchè è la stessa cosa che gli avrà detto il ferraiolo di turno) "provate a disporle voi le staffe ogni 4 cm!".
Disporre fi8 ogni 4 cm, oppure fi12 ogni 9 cm circa, ha gli stessi identici effetti in ognuna delle formule di normativa relative al taglio. Però con 9 cm la lamentela del ferraiolo è del tutto strumentale, e facilmente smontabile.

Non vi è neppure, come potrebbe sembrare, alcun aggravio di costi. Anzi, a parità di kg di acciaio lavorato, si ha una riduzione di tempo nella messa in opera, nel tempo di sagomatura, ecc.

Una volta tanto, non addebitiamo alla norma errori ed orrori di progettazione che noi per primi commettiamo.

Offline afazio

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Re: Progettare in CDA?
« Reply #14 on: 10 April , 2012, 11:22:59 AM »
zax, ok, continuo a quotarti.
Cercavo di dire un'altra cosa.
Se la struttura è rilevante in altezza, non dico da quanti piani in poi, conviene CD A.
Per quel discorso che facevo sopra, alleggerimento di un poco per piano, che mi apre sia legato all'uso di un q maggiore per CD A.
Vedo queste due cose se si va in CD A,
1) q maggiore rispetto a CD B, quindi a parità di periodi, spettro più verso il basso;
....

occorre non dimenticare, in questo discorso di q maggiore, periodi più alti, accelerazione spettrale piu piccola.. ecc ecc, che in ogni caso la struttura deve essere in grado di poter subire gli stessi spostamenti che sarebbero stati indotti dal sisma preso per intero.
Questo significa che devi progettare delle sezioni in c.a. in grado di potersi deformare parecchio in campo plastico.  Qui entra in gioco il discorso della duttilità e del confinamento del cls cosa che personalmente mi sembra uguale alla determinazione del sesso delle formiche gay.
« Ogni qualvolta una teoria ti sembra essere l’unica possibile, prendilo come un segno che non hai capito né la teoria né il problema che si intendeva risolvere. »
K.P.

 

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