Buongiorno a tutti. Torno sul forum dopo un po' di assenza a causa del lavoro.
Vorrei ringraziare l'ing. Rugarli perché affronta temi molto importanti. Ho seguito alcuni dei suoi articoli e li ho trovati interessanti, analogamente alle discussioni aperte nei diversi forum di ingegneria. Apprezzo anche la volontà di lasciare libero uno dei capitoli del libro in modo da poter affrontare e discutere i problemi che si incontrano nell'applicazione delle norme.
Per quanto riguarda gli edifici esistenti rimango ancora in attesa che il documento
"
Linee guida per il rilievo, l'analisi ed il progetto di interventi di riparazione e rafforzamento/miglioramento di edifici in aggregato"
venga terminato, soprattutto per la parte di modellazione e di interazione con gli edifici confinanti. Non sarebbe una cattiva idea se i normatori scrivessero le norme e poi ci spiegassero come usarle...
Ho letto la norma del CNR citata dall'Ing. Rugarli ma, per quello che è il mio modesto stato delle conoscenze da libero professionista, è inutilizzabile per gli interventi su piccoli e medi edifici esistenti. Purtroppo, o per fortuna, non si ha sempre a che fare con scuole o edifici importanti. Ritengo che chi ha scritto le norme tecniche abbia dimenticato che in Italia (o perlomeno la mia regione, la Valle d'Aosta) la maggior parte degli interventi è fatta su piccoli edifici (rifacimento di solai, rifacimento di coperture in legno, etc) che però si trovano quasi sempre inseriti nei centri storici e in aggregati edilizi (parlando delle murature portanti). Intervenire sugli edifici esistenti è complicato per
1) ragioni tecniche (se faccio un intervento peggioro il comportamento dell'aggregato? e di quanto?)
2) ragioni economiche (se intervengo su un alloggio al primo piano o rifaccio la copertura cosa succede nel rapporto con i vicini?)
3) ragioni burocratiche (i famigerati controlli).
In questi primi tre anni di libera professione ho cercato di documentarmi quanto più possibile (pubblicazioni e studi), ma avrei avuto vita più facile con un aiuto dal legislatore. Il recupero degli edifici esistenti è probabilmente il futuro della nostra attività professionale. Farlo bene e con chiarezza necessita però di un sostegno: è seccante avere a che fare con l'ufficio dei controlli delle pratiche che giustamente (o meno) chiede di comportarsi in un certo modo e dall'altra parte la soprintendenza o un altro ente che vanno in direzione opposta. E' stato divertente seguire il corso base dei VVF e sentirli parlare delle discussioni avute con la soprintendenza in merito alla resistenza/reazione al fuoco delle strutture.
Probabilmente devo mangiare ancora un po' di polenta (leggasi, devo crescere e fare esperienza) ma inizio ad avere l'impressione che, dal punto di vista della pubblica amministrazione, manchi la visione d'insieme per affrontare il problema nella sua globalità (che si tratti di strutture o altro).
Incrociamo le dita per le prossime
Norme Tecniche per le Costruzioni 20XY (spero di aver centrato il secolo giusto!).
Buon lavoro a tutti,
Saluti