Torno su questa questione per avere una vs. opinione:
premessa: per scelta del committente/impresa devo progettare utilizzando solette piene, quindi devo per forza uscire dalla GDR, la costruzione prevede 2 piani fuori terra più interrato.
Utilizzo il metodo illustrato dal prof. Biasoli sui suoi Quaderni tecnici (QT8 cap 5 pag. 51) per calcolare la rigidezza dei pilastri e dei setti.
Dispongo un notevole numero di setti e riesco a superare al piano terra (primo impalcato fuori terra) la percentuale rischiesta dalla norma. L'impalcato successivo è uguale per cui se si segue le indicazioni del prof Biasoli la verifica rimane la stessa, infatti anche per calcolare la rigidezza i setti viene considerata l'altezza interpiano (dubito che la verifica si limiti al piano terra, perchè la norma specifica che la verifica deve essere fatta ad ogni piano).
Ovviamente questa cosa è nota anche a Biasoli che al corso aveva appunto specificato che agli ultimi piani i pilastri "trattengono" i setti, però questa affermazione non ha, apparentemente, risvolti sul procedimento di verifica.
Come sicuramente avrete letto su ing.forum, qualche collega ha osservato che, avendo il setto un comportamento a mensola, l'altezza dell'elemento andrebbe, di piano in piano, riferita alla quota del piano campagna.
Ho provato ad impostare H = 6 m per calcolare la rigidezza dei setti al secondo impalcato e la rigidezza crolla a valori tali da rendere impossibile la verifica senza sostituire praticamente tutti i i pilastri con i setti.
Secondo voi sbaglio qualcosa? Posso postare il foglio di calcolo se volete.
Oppure per aderire alla norma devo effettivamente utilizzate solo setti?
Grazie e buona giornata