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Aggiungo io. I montanti compressi non è necessario verificarli, purchè sia prevista una opportuna controventatura nel piano della falda. Risulta evidente che prima di instabilizzarsi i montanti si instabilizza il montante superiore...
Sinceramente non capisco.
I montanti verticali della capriata (gli elementi cioè che collegano corrente superiore alla capriata) vanno verificati come ogni altro elemento in funzione dell'azione assiale di compressione che li sollecita. Serve quindi avere la loro lunghezza di libera inflessione. Essa dipende poi dal corrente superiore, che se si instabilizza, non serve a nulla il montante... ma se il corrente superiore non si instabilizza, dovrò verificare il montante.
Mi allaccio a quanto detto da Alberto (si, Alberto, frequento anche io questo forum perchè trovo sempre persone preparate e disponibili. Ti saluto e ti ringrazio per la risposta)
...la catena anche quando tesa (si spera sempre) non può essere pensata come un impedimento allo sbandamento fuori dal piano del nodo inferiore di un montante compresso (è un effetto del 2° ordine, in grado di mobilitarsi solo con grandi spostamenti). Poco importa comunque che il nodo inferiore del montante sia fisso o meno fuori dal piano, la lunghezza di libera inflessione dello stesso va dal nodo inferiore a quello superiore, quindi è pari alla sua lunghezza (distanza corrente teso / corrente compresso).
Hai riassunto esattamente il mio problema. Visto che la catena non crea il vincolo fuori piano perchè la lunghezza di libera inflessone del montante è pari alla sua lunghezza? Se sotto il montante è libero di muoversi fuori dal piano, non è un estermo libero?
Sto cercando di capire questa situazione.
p.s. mi riferisco ad una capriata, non al controvento di falda o di parete. quindi ad una "trave" che collega semplicemtne due pilastri a grande distanza. La capriata è quindi nel piano verticale. Essa sostiene gli arcarecci che poi vincolano, tramite controventi di falda, il corrente superiore della capriata.
ciao
MArco