L'unica soluzione che mi viene in mente è quella di considerare secondario il pilastro nella direzione della trave secondaria, in modo che le azioni sismiche si ripartiscano sugli elementi dotati di maggiore inerzia.
Cosa ne pensate?
Ho deciso di essere crudo.
Niente di più sbagliato. Nella realtà non esiste un pilastro o una trave "secondaria", specie se questi fanno parte di una vero e proprio telaio.
Se dovesse leggere un ing. della vecchia generazione fermo all'assenza del concetto "elementi secondari", rabbrividisce.
Alla risposta sismica contribuisco pure i tramezzi sottili e gli intonaci, con la loro rigidezza, quindi figuriamoci se non dovesse contribuire una trave, anche se a spessore.
La mia domanda trae origine dalla definizione che le NTC danno del Mb,rd al paragrafo 7.4.4.2.1:
"è il momento resistente della generica trave convergente nel nodo"
Quel "generica trave" mi fa pensare che ...
Secondo me i giovani di oggi siete più ossessionati della 'corretta interpretazione' delle norme piuttosto che ragionare senza norme, in termini meccanici, e poi interpretare in tal senso la norma.
Questo è quello che con sforzo ho sempre fatto io.
Una volta con le norme molto meno dettagliate non si era indotti in questo errore.
Chi voleva essere onesto con se stesso faceva il meccanico.
Certo, di contro c'è stata molta anarchia.
Secondo me si.
Sarà anche una trave secondaria, sarà anche poco influente nella struttura, ma esiste. In quanto esistente, porta momento flettente, quindi in relazione alle rigidezze concorrenti nel nodo, puo' "sballare" il calcolo del momento al pilastro nella gerarchia delle resistenze.
Poco ma puo' sballarlo.
Sarebbe interessante fare una prova con qualche programma di calcolo.
Gil, è come dici tu (come avevo detto io in diverso modo).
In definitiva dovresti togliere quel "secondo me sì", trattandosi di faccende meccaniche.
Fare prove di calcolo secondo me non serve a niente perché ogni caso è a se stante e di conseguenza o influisce poco o "più di un poco", se ne deve tenere conto e si chiude il lavoro (e i discorsi che producono stress).
P.S. Perdonatemi, ma non riesco a tollerare il "secondo me" in faccende della Fisica. In un contraddittorio si può anche sbagliare in una interpretazione, ma alla fine si deve necessariamente arrivare ad una risposta fisicamente giusta e, di conseguenza, condivisa.