Author Topic: Idoneità statica  (Read 14885 times)

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Offline matt

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Re: Idoneità statica
« Reply #15 on: 05 October , 2010, 15:06:22 PM »
Edo ma secondo te è proprio necessaria una prova di carico? Sicuramente si avrà la sicurezza del reale comportamento della struttura e credo tu e Max l'abbiate suggeita per l'incertezza sulle caratteristiche meccaniche dei materiali e quindi i fattori di confidenza da normativa.

Offline ing.Max

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Re: Idoneità statica
« Reply #16 on: 05 October , 2010, 15:19:45 PM »
Secondo me Zax l'ha suggerita per prendere il "sacco da sopra", quindi evitando ispezioni, ipotesi, modellazioni, verifiche e contemporaneamente facendo vedere con i proprio occhi al committente la reale sicurezza della copertura.

Per altro la relazione sarebbe in tal senso libera da altri vincoli di responsabilità che non quelli legati alla prova di carico. Dopo di che libero da formule e veriche normative, potresti aggiungere osservazioni sulla qualità e sicurezza del resto della struttura seguendo solo il buon senso.

Se ho capito male, ovviamente mi smentirà il buon Zax.
« Last Edit: 05 October , 2010, 15:24:38 PM by ing.Max »
"La conoscenza non occupa spazio"

Offline matt

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Re: Idoneità statica
« Reply #17 on: 05 October , 2010, 17:02:42 PM »
perdonate la confusione lessicale...Max come si fa a prescindere da calcoli e verifiche per voler effettuare una prova di carico, insomma la prova servirebbe a confermare dei dati alla mano altrimenti chi mi dice quando fermarla?

Offline Ing. Edoardo

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Re: Idoneità statica
« Reply #18 on: 05 October , 2010, 17:04:12 PM »
Secondo me se fai la prova di carico le verifiche devi farle proprio per avere dei dati di paragone con quelli usciti dalla prova di carico stessa. Quest'ultima non è obbligatoria, ma ti da dei dati certi paragonabili a tutti i calcoli del caso che ti puoi fare e stai al sicuro con tutto il resto. Osservazioni in quianto tali sul resto della struttura io eviterei di farle in quanto piene di incertezze con i pochi dati che hai in mano. Da un dito non si può prendere tutto il braccio, secondo me del dito se ne ha più che a sufficienza
« Last Edit: 05 October , 2010, 17:06:03 PM by Ing. Edoardo »
"Niente e nessuno ha sempre torto: anche un orologio fermo ha ragione due volte al giorno."

Offline ing.Max

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Re: Idoneità statica
« Reply #19 on: 05 October , 2010, 17:27:41 PM »
perdonate la confusione lessicale...Max come si fa a prescindere da calcoli e verifiche per voler effettuare una prova di carico, insomma la prova servirebbe a confermare dei dati alla mano altrimenti chi mi dice quando fermarla?
Forse mi sono espresso male: chiaro che per mettere in piedi una prova di carico 2 conti devo farli, però rimango "nell'ambito delle verifiche locali", anzi volendo essere estremo potrei limitarmi all'analisi dei carichi.
Immaginando che la copertura sia un solaio laterocemento o in legno in semplice appoggio, l'elemento è classificabile come secondario e non devo verificare globalmente la struttura sismoresistente, per certificare la sua corrispondeza ai requisiti di norma.
E' vero che se il tetto è in legno e  posso misurare senza fatica le caratteristiche e le dimensioni del materiale, potrei verificare con i calcoli la sicurezza del manufatto. Ma se il solaio è in laterocemento, le indagini per risalire all'armatura cominciano a diventare importanti. Come faccio a procedere?
Perchè allora non verificare direttamente la prestazione richiesta al manufatto attraverso una prova di carico?


Da qui a dire che l'intero edificio nel complesso è a norma ce ne passa di acqua. Ma la richiesta iniziale del committente mi pare fosse focalizzata alla copertura.
Possiamo poi discutere che tale richiesta sia o meno assennata, se l'obiettivo implicito del proprietario è quello di dormire sogni tranquilli, ma questo è un altro discorso.
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Offline matt

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Re: Idoneità statica
« Reply #20 on: 05 October , 2010, 17:40:08 PM »
Da qui a dire che l'intero edificio nel complesso è a norma ce ne passa di acqua. Ma la richiesta iniziale del committente mi pare fosse focalizzata alla copertura.
Possiamo poi discutere che tale richiesta sia o meno assennata, se l'obiettivo implicito del proprietario è quello di dormire sogni tranquilli, ma questo è un altro discorso.

sono d'accordo con te.
Ed ora anche sul discorso della prova nel caso di solaio in c.a.
Curiosità da profano: come si stabilisce il limite oltre il quale è meglio non andare con la prova? mica vorremmo distruggere il solaio per vedere se regge!

Offline ing.Max

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Re: Idoneità statica
« Reply #21 on: 05 October , 2010, 17:54:38 PM »
In base allo spessore del solaio, al passo dei travetti ed alla loro luce dovresti poter prevedere la deformazione elastica in base al carico distribuito. Pertanto accresci il carico in maniera graduale fino a quello caratteristico, monitorando la freccia.

Onestamente non so se si debba mettere in opera alcuni apprestamenti di sicurezza se si ritiene il taglio sull'appoggio il punto debole del solaio e quindi sia prospettabile una rottura fragile.

Mi sovviene un dubbio a cui non avevo pensato. Se il tetto non è piano, per la prova di carico non potrai usare i gommoni [scusate non mi veniva il termine] ad acqua, il che complica un po' la prova.
« Last Edit: 05 October , 2010, 17:58:17 PM by ing.Max »
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Offline matt

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Re: Idoneità statica
« Reply #22 on: 05 October , 2010, 18:10:16 PM »
Essendo presenti delle travi principali e travetti secondari, si appendono dei sacchi sulle travi principali riempiti di non so cosa...un pò come si fa per le travi in legno delle coperture di grandi spazi (palestre, auditorium) ove è impossibile distribuire un carico specie se con asse curvilineo.

Offline ing.Max

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Re: Idoneità statica
« Reply #23 on: 05 October , 2010, 18:20:12 PM »
E' vero, hai ragione, stupidamente pensavo ad un modo per caricare da sopra.... :doh:

Se hai le travi usa allora i palloni ad acqua.  :ook:
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Offline matt

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Re: Idoneità statica
« Reply #24 on: 05 October , 2010, 18:24:26 PM »
Già, con l'acqua si gestisce bene la variazione di carico...

zax2010

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Re: Idoneità statica
« Reply #25 on: 05 October , 2010, 19:16:03 PM »
Caro Matt

A quanto pare con la mia proposta della prova di carico ti ho intorbidato un pò le acque.
Mi pare però che alla fine, con gli interventi degli altri, ci si sia chiariti.

E' ovvio che una prova di carico non può essere realizzata a capocchia. Tanto è vero che sempre di un tecnico il tuo committente avrà bisogno. Altrimenti potrebbe pure farsela da solo!

Perchè il tuo committente ha bisogno di un tecnico? Perchè la prova va prima "progettata", poi eseguita in una certa maniera, ed infine vanno tirate le somme. Tutte cose che solamente un tecnico è in grado di fare.

Pertanto, sempre a mio avviso, le cose da fare sono le seguenti:

1) Sopralluogo sul posto, con visione delle strutture lignee del tetto;
2) Chiarimento con il proprietario, perchè pensa che il solaio sia da controllare, ecc. (io la ritengo una fase fondamentale, specie se da un primo esame il tetto sembrasse a posto);
3) Accertato che le strutture del tetto non siano messe proprio bene:
   a) Procedere ad un rilievo geometrico delle strutture (dimensioni elementi lignei, interassi tra gli elementi);
   b) Capire l'essenza lignea degli elementi in modo da "trovare" le tensioni di lavoro possibili, ed un possibile modulo elastico;
   c) Individuazione tramite DM2008 del carico neve;
   d) Individuazione dell'elemento/degli elementi che si intende provare, anche per non esagerare con i carichi e con le difficoltà a riprodurli;
   d) Calcoletto (combinazione SLE Rara, e per i soli carichi variabili) della freccia teorica dell'elementi/degli elementi che si intendono provare (individuando correttamente, ovviamente, lo schema di calcolo);
   e) Controllo, con tutti i carichi questa volta (perm+var), in combinazione SLE Rara, che le tensioni sull'elemento da provare non vadano alle stelle, per evitare di far danno con la prova.

Fatti tutti questi passi preliminari si potrà decidere se la prova ha senso farla, oppure no.
Se si opta per la prova, le cose importanti (ma sempre a mio avviso, perchè altri colleghi potranno precisare meglio o smentire) sono le seguenti:

A) Procedere al carico della struttura a step di carico progressivo, dando il tempo all'elemento/agli elementi di "assorbire" il colpo (esempio 4 step di carico fino al valore massimo, intervallati per la loro progressiva applicazione di 15-30 minuti);
B) Monitorare per ogni step la freccia dell'elemento sia al momento dell'applicazione dello step di carico, sia poco prima dell'applicazione dello step successivo (questo per evitare eventuali danni, e per controllare che il rapporto carico/deformazione segua una legge lineare o giù di lì);
C) Arrivare al carico massimo (sempre che nei passi precedenti sia tutto andato liscio) e tenerlo per un tempo congruo (1-2 ore, ma dipende anche da quanto tempo tu voglia dedicare alla prova, anche tutta una notte). Controllare la freccia massima;
D) Procedere allo scarico per step successivi così come si è proceduto con la fase di carico;
E) Controllare la freccia residua alla fine della prova (che non necessariamente coincide con l'istante di eliminazione del carico, ma anche 1-2 ore dopo);
F) Eventualmente ricominciare tutto da capo per un secondo ciclo di carico (questo spesso lo si fa quando le frecce residue non sono trascurabili).

Alla fine di tutto ciò si tirano le somme:
1) Durante la prova si è avuto un comportamento lineare della struttura sotto carico?
2) A parità di carico si sono avute marcate variaizoni di freccia durante i vari step di carico?
3) La freccia massima riscontrata è pari - maggiore - minore della freccia teorica calcolata?
4) Durante la prova gli elementi sono rimasti integri, oppure si sono evidenziate spaccature, fenditure, ecc.?
5) La freccia residua è risultata trascurabile, oppure nel corso della prova si sono determinate delle deformazioni permanenti?
6) Il secondo (eventuale) ciclo di carico ha evidenziato un comportamento "fotocopia" del primo, oppure le deformazioni sono state maggiori/minori che non nel primo?

Da tutto ciò scaturiranno poi le tue conclusioni, che potranno confermare o smentire le preoccupazioni del proprietario.

Se procedi con una prova fatta in casa, ad esempio con qualche comparatore (io ne ho 3 comprati dai polacchi di fabbricazione URSS), non dimenticare di posizionarli oltre che nella mezzeria dell'elemento anche agli appoggi, in modo da depurare le frecce dal cedimento degli appoggi stessi sotto carico (ad esempio se provi un arcareccio poggiato sulle travi portanti, lo spostamento che leggi in mezzeria non è la freccia dell'elemento sotto carico, perchè questa vale dm-(da1+da2)/2 dove dm=spostamento del comparatore di mezzeria e da1 e da2 lo spostamento letto nei comparatori di appoggio destro e sinistro.


Detto tutto ciò, che è già lungo di suo, io insisto a dire che un occhio al resto che non sia il tetto, tu dallo lo stesso.
« Last Edit: 05 October , 2010, 19:21:12 PM by zax2010 »

Offline matt

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Re: Idoneità statica
« Reply #26 on: 05 October , 2010, 20:22:25 PM »
Zax devo stampare la risposta per poterla leggere per bene! ;)

Al di là del tasto "ringraziamento" è doveroso farne uno pubblico per la pazienza con cui, chi più chi meno, vi dedicate affinchè questo forum abbia un valore di tutto rispetto, tecnico ed umano!

 

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